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386 serata xxiii

sti particolari è un impiccolire la cosa che si vuol dimostrare. Ragioniamo piuttosto sulle generali. Ogni miglioramento di un’industria ha per iscopo di ottenere un prodotto maggiore (migliore anche, se vuolsi) con minor dispendio di mezzi. Questo è guadagno, n’è vero? Precisamente danno cessante e lucro emergente, come direbbe un economista. I Carraresi, introducendo i proposti miglioramenti, produrranno con minore spesa una maggior quantità di marmi, e potranno venderceli a minor prezzo. Sarà un vantaggio per loro e per noi».

«Per noi, capisco», ripigliò il mio interlocutore, che si era infervorato nella questione. «Per noi, sì: ma per loro.... Se vendono a minor prezzo, guadagneranno meno».

«Ohibò, ohibò! ho detto che venderanno a meno, ma anche che produrranno di più. Le perdite e i guadagni saranno adunque per lo meno bilanciati. Anche un bambino può intendere questa ragione, che il numero dei compratori di una merce, cresce in proporzione del buon mercato; ma si potrebbe anche dimostrare che questo accrescimento non è soltanto in ragione del pari, ma del doppio, del triplo».

«Non capisco», disse questa volta Battista.

«Ebbene, mi spiegherò con un esempio alla tua portata, voglio dire con ciò che avviene ogni anno sul mercato delle frutta, di cui tu devi esser ghiotto la tua parte. Le prime fragole, le pesche primaticce costano un occhio, e non ve n’è che qualche libbra sul mercato. Tu le adocchi; ti senti correr l’acquolina in bocca; ma dici: — non sono per me.

» Soltanto il ghiottone o il gran facoltoso avranno il coraggio di comperarle al prezzo che valgono. Qualche settimana più tardi le fragole o le pesche spesseggiano. Costavano, supponiamo, due lire la libbra; ora non costano che una, e sono migliori. Ecco che tu e gli altri ghiottoncelli tuoi pari, vi sentite il coraggio di metter mano al borsellino per cavarvi la voglia. In luogo di un gran ghiottone, il fruttajolo avrà trovato cento ghiottoncelli di modesta fortuna. Qualche settimana più tardi il mercato è tutto fragole o pesche. Son più mature, più deliziose, e non si vendono che cinquanta centesimi la libbra. È la volta del popolino: i compratori si affollano cento per volta attorno al banco del venditore. Domanda un po’ al fruttajolo se ha guadagnato più quando ha venduto a così caro prezzo quei frutti primaticci, scarsi e forse acerbi, o quando ha venduto a così buon mercato gli ultimi, maturi e deliziosi. Il primo giorno avrà venduto, supponiamo