Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/364

358 serata xxi

Le sei guaniere, ossia miniere di guano, misurate da un certo ingegnere Francesco Rivero, devono dare almeno 26 milioni di tonnellate di guano».

«Tutto escrementi d’uccelli? come è possibile?...» sclamò la Camilla.

«Tutto, almeno quasi tutto, come ho detto; poichè il guano contiene cadaveri d’uccelli, ova, e altre materie».

«E come ha potuto accumularsi in quei luoghi una sì enorme quantità di escrementi?» riprese la Camilla.

«Vivono in quei luoghi degli uccelli marini, buoni volatori, eminentemente sociali, in numero veramente sterminato. Appartengono a diverse specie. Stanno appollajati giorno e notte su quelle coste irte e rocciose, e su quelle isole, le quali non son altro che scogli disabitati, ritirandosi sui monti quando tira vento. Se posano, coprono, a rigor di parola, aree vastissime; se levansi a volo, oscurano il sole. Si nutrono di pesci e sono d’una voracità incredibile. Qual meraviglia se, a lungo andare, si formano montagne di escrementi?».

«Ma noi non vediamo nulla di simile in Europa», saltò a dir Battistino, piccolo cacciatore di cince e di pettirossi. «Da noi si gira le intere giornate senza incontrare becco d’uccello».

«E sarà così anche in America, io penso, fra un secolo o due. Già a quest’ora quegli eserciti d’uccelli guanieri si sono diradati, e quasi dissipati. Capisci bene che il rombo dei cannoni che tuonano su quelle coste, l’andare e il venire dei bastimenti, l’addensarsi della popolazione, sopratutto l’invasione dei cercatori di guano su quegli scogli, devono essere molesti, anzi funesti ai poveri uccelli guanieri, non meno che i nostri Battistini alle cince ed ai pettirossi. Del resto, volendo fare una scappata in America, credo che sarai ancora in tempo a cavarti la voglia di vedere e di acchiappare uccelli d’ogni maniera. Mi ricordo di un tale Wilson, il quale calcolò che una squadra di piccioni, uccelli di passata in America, era forte almeno di 2000 milioni d’individui. Il signor Audubon descrive così una di tali migrazioni, osservata nei dintorni dell’Ohio:

— L’aria era talmente pregna di quegli uccelli, che il sole in pieno meriggio era oscurato come da un eclisse: gli escrementi fioccavano fitti come la neve. Alla mattina ero partito da Henderson, ed arrivai prima del tramonto a Louisville, che ne dista 55 miglia, coperto sempre da quella nube: i piccioni passavano ancora in truppa serrata: e lo sfilare di quell’esercito immenso