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356 serata xxi

polverosa, oh! allora sì che avremo compreso il bene di un soffio d’aria libera, di un bicchier d’acqua fresca. Così è del bene che ci arrecano i pipistrelli. Provassimo un giorno solo il danno che sono destinati a scongiurare, noi diveremmo, non c’è dubbio, i loro cordiali panegiristi. Ditemi un po’: vi danno noja le mosche? Oh quanto! in un giorno d’estate, là in mezzo ai campi, ove ci obbligano a una tormentosa ginnastica da mane a sera, ove c’inondano la mensa, c’insozzano le vivande.... oh che supplizio degno dell’inferno di Dante! Pensate un po’: se quelle mosche dovessero moltiplicarsi quanto il consentono i loro mezzi di moltiplicazione, ogni mosca ne produrrebbe cento, forse duecento, forse mille, perchè non so veramente quante ova possa deporre una mosca. So tuttavia che le mosche sono stupendamente prolifiche, come tutti gl’insetti: e se dovessero prolificare in proporzione delle loro parenti, le api, sarebbero ancora da lodarsi di discrezione quando ogni mosca lasciasse una posterità di dieci o dodici mila mosche. Tale è infatti il numero delle ova che l’ape femmina, quella che si chiama regina, depone nelle celle dell’alveare per formare il nuovo sciame. Aggiungete alle mosche i moscherini d’ogni foggia, le zanzare, le vespe, gli scarabei d’ogni forma e d’ogni colore, le falene, insomma tutto il mondo degl’insetti volanti, ciascuno dei quali è capace di moltiplicarsi quanto le mosche e le api. Quale spavento! Quale orribile flagello! Le piaghe d’Egitto debbono parerci un ristoro in confronto dell’orribile piaga, che avrebbe per conseguenza inevitabile la distruzione di quanto vegeta o vive sulla superficie della terra, e lo sterminio del genere umano.

» Dammi un po’ quì», dissi poi volgendomi alla cognata che mi aveva tirato in questo discorso: «dammi un po’ qui quel libro del Faber che ti recai l’altro dì. Mi ricordo che c’è un passo molto a proposito.... Oh eccolo!... È proprio bellino: — Se ci volgiamo al mondo degl’insetti, il contemplarlo c’infonde una specie di nervosa trepidazione. Il numero degl’insetti ed il loro potere sono così grandi, così irresistibili, che potrebbero spazzare ogni cosa vivente dalla faccia della terra, e divorarci tutti in una settimana, come se fossero l’ardente fiato d’un angelo distruttore. Noi non sappiamo dire che cosa mai raffreni la fulminea rapidità del moltiplicarsi delle loro generazioni. Uccelli da preda, guerre intestine di ogni specie, l’attiva ostilità dell’uomo, sono mezzi che, anche calcolati al sommo, pajono inadeguati a comprimere la popolazione degl’insetti, il cui numero e la cui