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che si legano fra loro i viaggiatori e le guide, affinchè chi si regge sostenga quello che cade; giunse financo a fabbricare dei recessi assai più alti del limite delle nevi perpetue, nei quali il viaggiatore si riparasse la notte, e sicuro attendesse il sereno per raggiungere la sospirata meta. Insomma l’ascensione di una montagna difficile è una battaglia, ove il coraggio fa avanzare le file in faccia al nemico, ove la prudenza impone a suo tempo la ritirata. Mercè della nuova tattica, la salita del Monte Bianco, una volta sì ardua ed eroica, è ormai ridotta ad una generosa Il Monte Cervino o Matterhorn. gita di piacere. L’inesorabile Cervino non fu ormai salito da buon numero di alpinisti? E se i primi che gli diedero la scalata pagarono così orribilmente il fio del loro ardimento, non si dev’egli attribuire almeno in parte alla loro imprudenza? Questo severo giudizio non è mio, vedete, è di Rambert, il quale, alpinista anch’egli di primo rango, può parlare col cappello fuori degli occhi».

6. «Ma», interruppe Giovannino, «hai già accennato più volte