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migrazioni apparenti 353

strelli siamo venuti fino alla risurrezione e alla immortalità. Eppure io credo che la contemplazione della natura finisca sempre col trasportarci in quest’ordine d’idee, superiore alla natura. Ritorniamo ai nostri pipistrelli, poichè non vo’ che ignoriate alcune altre particolarità interessanti della loro vita. Vi ricorderete come io rimasi un pochino sconcertato quando, dopo aver predetto al signor Major quella moltitudine infinita di pipistrelli, che mi aveva quasi soffocato nella mia visita d’estate alla caverna, la trovai invece quasi spopolata allorchè la visitammo insieme sul principio della primavera. Lo stesso era già avvenuto al professor Mangili. Quando v’entrò sulla fine dell’estate del 1795, trovò tutta la volta della caverna coperta di pipistrelli e tutto il suolo di escrementi. Ripetendo invece la visita nel dicembre dello stesso anno, non vi scopri che due gruppi di pipistrelli, assiderati. Ma il Mangili osservò qualche cosa di più della semplice differenza di numero: voglio dire che ebbe anche a notare la differenza delle specie. Nell’estate non trovò che il pipistrello-topo: nell’inverno invece il solo rinolofo a ferro di cavallo. — Come va questa faccenda! Gli abitatori della caverna si cambiano dunque secondo le stagioni? — Il Mangili infatti ne conchiuse che i pipistrelli sono, al pari degli uccelli, animali migratori, ossia di passata; che, come le rondini passano in un luogo l’estate, e in un altro l’inverno. Così il pipistrello-topo che abita d’estate le nostre caverne, andrebbe a svernare altrove, ove regni un clima più mite; e il rinolofo a ferro di cavallo, che ha goduto delle frescure della Germania durante l’estate, verrebbe a porsi allo schermo dei geli in seno ai tepidi antri delle nostre montagne. Il signor Major non è di questo avviso ed io inchinerei a dargli ragione. I primi pipistrelli, incontrati da noi prima di oltrepassare il pertugio, erano rinolofi, forse gli ultimi rimasti della caterva che vi aveva svernato, poichè allora eravamo al principio della primavera. Oltrepassato il pertugio, il che non pare aver mai fatto il Mangili, ci trovammo un numero immenso di individui dell’altra specie, cioè del pipistrello-topo. Erano forse già dunque venuti da paesi più caldi, mentre potevamo ancora dirci in inverno? Pare improbabile. Poi non è vero che il pipistrello-topo passi l’inverno in paesi più caldi dell’Italia settentrionale, mentre si trova in gran copia durante l’inverno anche al di là delle Alpi. Mi narrava il signor Major che in un certo inverno si volle accendere il fuoco a un camino nel castello di Lucens nel cantone di Vaud: ma ben tosto si avvisò che la canna del