strelli siamo venuti fino alla risurrezione e alla immortalità.
Eppure io credo che la contemplazione della natura finisca sempre
col trasportarci in quest’ordine d’idee, superiore alla natura.
Ritorniamo ai nostri pipistrelli, poichè non vo’ che ignoriate alcune
altre particolarità interessanti della loro vita. Vi ricorderete
come io rimasi un pochino sconcertato quando, dopo aver predetto
al signor Major quella moltitudine infinita di pipistrelli, che
mi aveva quasi soffocato nella mia visita d’estate alla caverna,
la trovai invece quasi spopolata allorchè la visitammo insieme
sul principio della primavera. Lo stesso era già avvenuto al professor
Mangili. Quando v’entrò sulla fine dell’estate del 1795, trovò
tutta la volta della caverna coperta di pipistrelli e tutto il suolo
di escrementi. Ripetendo invece la visita nel dicembre dello stesso
anno, non vi scopri che due gruppi di pipistrelli, assiderati. Ma
il Mangili osservò qualche cosa di più della semplice differenza
di numero: voglio dire che ebbe anche a notare la differenza
delle specie. Nell’estate non trovò che il pipistrello-topo: nell’inverno
invece il solo rinolofo a ferro di cavallo. — Come va
questa faccenda! Gli abitatori della caverna si cambiano dunque
secondo le stagioni? — Il Mangili infatti ne conchiuse che i
pipistrelli sono, al pari degli uccelli, animali migratori, ossia di
passata; che, come le rondini passano in un luogo l’estate, e in
un altro l’inverno. Così il pipistrello-topo che abita d’estate le
nostre caverne, andrebbe a svernare altrove, ove regni un clima
più mite; e il rinolofo a ferro di cavallo, che ha goduto delle
frescure della Germania durante l’estate, verrebbe a porsi allo
schermo dei geli in seno ai tepidi antri delle nostre montagne.
Il signor Major non è di questo avviso ed io inchinerei a dargli
ragione. I primi pipistrelli, incontrati da noi prima di oltrepassare
il pertugio, erano rinolofi, forse gli ultimi rimasti della caterva
che vi aveva svernato, poichè allora eravamo al principio
della primavera. Oltrepassato il pertugio, il che non pare aver
mai fatto il Mangili, ci trovammo un numero immenso di individui
dell’altra specie, cioè del pipistrello-topo. Erano forse già
dunque venuti da paesi più caldi, mentre potevamo ancora dirci
in inverno? Pare improbabile. Poi non è vero che il pipistrello-topo
passi l’inverno in paesi più caldi dell’Italia settentrionale,
mentre si trova in gran copia durante l’inverno anche al di là
delle Alpi. Mi narrava il signor Major che in un certo inverno
si volle accendere il fuoco a un camino nel castello di Lucens
nel cantone di Vaud: ma ben tosto si avvisò che la canna del