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il letargo come fase d’attività 351

desti di giorno nelle caverne ove sentono il vostro appressarsi, e si mettono in moto: il riccio dà la caccia di notte ai bacherozzoli; ma lo sorprenderete anche di giorno a rotolarsi sul prato: di notte il ghiro dà l’assalto alle noci; ma lo vedrete pure talvolta di giorno sdrucciolarsi furtivo tra fronda e fronda: o sfolgori il sole, o piova i suoi miti splendori la luna, non ismettono nè il grillo, nè la rana l’usata canzone. Bisogna pure che arrivi un tempo in cui si rifacciano di tanti giorni, di tante notti di veglia. Se è così lunga per quegli animali la giornata laboriosa, dovrà esser lunga in proporzione la notte del riposo, altrimenti il loro organismo ne soffrirebbe. Potremmo noi vivere senza dormire?».

«Che?» domandò Giovannino; «si può egli morire di veglia?».

5. «Sì certamente, come si può morire di fame e di sete. Noi abbiamo del sonno un’idea molto incompleta. Anche per la scienza, vedete, il sonno, a un dipresso, è ancora un mistero. Il sonno fu paragonato alla morte: lo si considera in genere come un periodo d’inerzia, un periodo negativo nella vita dell’animale. Falso, falsissimo! Il sonno è anch’esso una funzione, anzi un complesso di funzioni: è un periodo di attività come la veglia. Durante la veglia l’attività dell’animale è tutta, dirò così, assorbita dai rapporti col mondo esterno: durante il sonno, l’attività, sottratta all’influenze esterne, tutta si concentra nell’interno occupata de’ suoi rapporti coll’organismo. Ripara allora alle perdite che i nostri organi hanno sofferte dall’attrito così moltiforme col mondo esterno; prepara allora l’organismo all’esercizio di quelle funzioni più complicate, a cui può essere chiamato nel suo progressivo sviluppo. Oh sonno benefico! Come è orribile il giorno dopo una notte di veglia! Quante volte l’infermo, straziato dai dolori, divorato dalla febbre, dopo qualche ora di sonno, si trova ridesto alla vita, ridonato alla salute? Chi può dire il lavoro di profondo ristauro compito dal sonno in quell’afflitto organismo? In questo senso il letargo, come sonno più intenso e di più lunga durata, sarà pur capace di ristaurare le parti più intime dell’organismo, capace anche di trasformarlo. Paragonare, come si è fatto, il letargo degli animali, a quel letargo funesto, con cui ci assale un freddo eccessivo, è follia. Che ci ha a fare quel letargo morboso, per cui il povero alpigiano si abbandona nelle spire atroci della frugna1, che gli succhia il calore e la vita, con

  1. I montanari toscani dicono frugna o frugno quella pericolosa burrasca di monte che i montanari francesi dicono tourmente.