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gnor Major nè io ci inoltrammo quanto bastasse per verificare il fatto. Egli affaticato da una manovra assai malagevole, io, disgustato della solitudine a cui non era certo conforto il camminare a piedi nudi su quel suolo puntuto, ritornammo per la via dond’eravamo venuti e uscimmo dalla caverna. Ci seguiva, portato a modo di trofeo, il terribile sacco, dove si vedevano agitarsi, e udivansi mormorare sommessamente i prigionieri di guerra. Usciti appena ci demmo a frugare, ajutati dallo zappone, il terriccio che formava uno strato di certa altezza entro una nicchia laterale, precisamente sull’ingresso della caverna. Speravamo trovarvi gl’indizî dell’uomo preistorico».

13. «Dell’uomo preistorico?» interruppe la Giannina. «Di quale uomo intendi parlare?».

«È vero», risposi, «non dovevo toccare questo argomento. Bisognerebbe che ne discorressimo lungamente, e vorrei farlo, nel caso, a migliore occasione. Quando si dice uomo preistorico si intende parlare di popolazioni antichissime, delle quali non è rimasto nessun ricordo nella storia, che vissero chi sa in che tempo....».

«Prima anche d’Adamo?» domandò la Gigina. Uno scoppio di riso universale riscosse la povera interlocutrice, che si accorse di aver fatta una domanda non abbastanza riflessa, benchè in vero nè sciocca nè irragionevole.

«La Gigina» ripresi «non ha torto. Dovevo io precisar meglio il senso della parola preistorico. Assolutamente parlando, un uomo preistorico nè c’è, nè ci può essere, mentre la storia sacra ci narra per bene la creazione del primo uomo, padre di tutti gli uomini. Ma la storia profana non rimonta fin là. Essa, per esempio, non possiede nessun documento che le permetta di salire oltre il diluvio, di cui le rimangono molte, ma incerte tradizioni. Quando poi si parla d’Europa, è molto se la storia può rimontare fino ad una dozzina di secoli avanti Cristo, per dirci che esistevano degli Umbri, dei Latini e degli Etruschi1. Si convenne adunque di chiamare preistorici quegli uomini o quelle popolazioni delle quali si scoprono le tracce, come sarebbero edifici, tombe, armi, attrezzi, ma di cui non c’è nulla di scritto, di veramente storico. Possono dirsi adunque preistorici anche dei

  1. Il prof. Conestabile nella sua Memoria sulle antiche immigrazioni in Italia, letta al Congresso di Bologna nel 1871, dice che gli Etruschi sono il punto di partenza del periodo storico.