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penetra nelle cavità della rupe, si innalza entro i crepacci, finchè riesce alla cima del Sasso Cardo, alimentandovi un getto costante di gas infiammabile. La cosa è lucida come il sole: qui abbiamo una sorgente minerale a gas idrogeno, la quale alimenta una fontana ardente. Questa non è dunque che una manifestazione parziale, di quella la quale è poi la manifestazione fondamentale e complessiva dell’attività interna del globo in quel punto. Aggiungete che il petrolio non sembra estraneo alle sorgenti minerali della Porretta, come risulta dalle analisi chimiche di quelle acque. Del resto in quanti luoghi, come a Salsomaggiore, galleggia il petrolio sulle acque da cui si svolge il gas infiammabile! Supponiamo che le acque di Salsomaggiore sgorgassero al piè d’una rupe fessa, come quella della Porretta. Non è vero che avremmo alla base di essa rupe una sorgente minerale petroleifera, e sulla vetta un vulcanello ossia una fontana ardente? Tiriamo avanti coi supposti. Il Sasso Cardo, invece di essere una montagna di macigno, sia una collina di umida argilla, una insomma delle mille colline che sorgono appena più basso presso la Porretta, e lungo tutto l’Apennino. Il gas del vulcanello, levandosi in alto, trarrebbe seco l’argilla e l’acqua che l’impasta, e formerebbe sulla vetta della collina un vulcanello di fango, cioè una salsa. Badate che questa salsa della Porretta potrebbe avere tutti i requisiti delle vere salse, poichè le sorgenti di quella località sono salate, contenendo nove millesimi di sal marino. Del resto l’embrione di una salsa c’è veramente sul Sasso Cardo, poichè io trovai la fessura da cui esce il vulcanello impastata da umido fango. Quando ci sia una sorgente minerale con sale, petrolio, e gas infiammabile, come sono quelle di Salsomaggiore, il prodursi di una fontana ardente, piuttosto che di una salsa, dipenderebbe unicamente dall’essere il terreno roccioso piuttosto che fangoso. È un fatto innegabile che le fontane ardenti e le salse si trovano sulla stessa linea al piè dell’Apennino; ma quelle dove la roccia è dura e compatta, come a Velleja, a Barigazzo e alla Porretta, queste dove il terreno è argilloso, come a Nirano e a Monte Pujanello; in altre parole, la linea delle argille subapennine è quella delle salse: la linea dei calcari e dei macigni è quella delle fontane ardenti. Sull’una e sull’altra linea poi si trovano le sorgenti minerali a petrolio e a gas infiammabile».

«Ma i vulcani di fango», osservò la Camilla «si spiegano allo stesso modo?».

«Certamente. Son essi altro che sgorghi potenti di acqua fan-