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308 serata xvii


«L’ho detto: ma è impossibile che te ne dia la ragione. Bisognerebbe ch’io cominciassi troppo da lontano. Del resto ciò che la scienza balbetta oggi, non l’aveva già da parecchie migliaja d’anni proclamato la Bibbia? Non dev’essere cosa nuova per voi. Nella Storia sacra che leggete alla scuola deve trovarsi ancor questo».

«Mai più!» asserì la Giannina coll’accento della più profonda convinzione. «Se avessi letto che le isole e i continenti uscirono dal mare, mi sarebbe rimasto impresso senza dubbio».

«Bada, Giannina, che io ti colgo in fallo stavolta. Nella Storia sacra avrai letto che in principio Iddio creò il cielo e la terra».

«Eppoi disse: Sia fatta la luce».

«Benissimo....».

«Eppoi divise le acque....».

«Adagio.... Anderò innanzi io, proprio colle parole della Bibbia: — E Dio disse: si radunino le acque, che sono sotto il cielo, in un luogo solo, ed appaja l’arida, cioè la superficie asciutta: e all’arida diè il nome di terra, e la congregazione delle acque chiamò mare».

«Poi disse»: proseguì Giannina, «germini la terra e le erbe....».

«Basta, basta! Abbiamo già detto quanto ci occorreva».

«Ma le isole e i continenti....» osservava Giannina!

«Le isole e i continenti uscirono dal mare: non l’hai inteso? Quando si legge che le acque si radunarono in un luogo solo, e apparve la terra asciutta, non è precisamente come se dicesse che il mare si distendeva prima anche là dove sorgono le isole e i continenti? Non è ciò lo stesso come il dire che le isole e i continenti uscirono fuori dal mare? La Bibbia non ci descrive il modo con cui avvenne il fatto: ma il fatto ce lo dice chiaro e lampante».

«È vero», disse la Giannina, alquanto umiliata; «non ci avevo pensato».

«È vero.... Quante cose vere vi si insegnano fin dalla prima infanzia, che, quando siete grandi, vi appajono come novità, e fors’anche come novità incredibili! Ma l’infanzia non è l’età della riflessione e spesso una cosa sembra nuova, perchè ci si riflette per la prima volta nell’età matura. Vedrete quante cose ci di cono i filosofi, i naturalisti, come grandi novità, come stupendi trovati della scienza, che l’ultimo villanello ha appreso da un