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dai confini d’Europa, siete sicuri che dallo scienziato di primo ordine discendete d’un salto al cosacco, sia pure il cosacco in divisa di generale. Infine quanto sappiamo delle regioni del Caspio, dalle quali la scienza attende la soluzione di tanti problemi, di quelli principalmente che riguardano le origini della umanità, si riduce, quasi unicamente, a quanto ce ne riferirono, in un tempo che ormai può dirsi remoto, Murchisson e De Verneuil, due grandi geologi morti da poco, inglese il primo, francese il secondo. Oggidì poi ci abbiamo il signor Abich, tedesco di origine, chimico e geologo eminente, vulcanista per eccellenza, il quale risedendo a Tiflis, si trova precisamente sul campo più opportuno per esercitare il suo ingegno eminentemente osservatore, e per trarre il miglior partito da quegli studî che l’hanno reso da lungo tempo celebre in Europa. Egli pubblicò già molti lavori sulla geologia e sulla geografia fisica del Caspio, e se non potè assistere egli stesso alla nascita di un’isola, potè almeno raccogliere le notizie di un avvenimento così curioso, ch’ebbe luogo nel 1861. Ecco come espone il fatto l’illustre naturalista.

10. » La regione, egli dice, che forma il littorale occidentale del Caspio, va soggetta a frequenti terremoti, i quali hanno quasi il loro centro nella città di Scemaca, dirigendosi verso levante e indebolendosi in guisa, che sulle coste riescono appena sensibili. Terribili furono le scosse nel maggio 1859, e nel gennajo 1860. Quei terremoti sono evidentemente legati alle eruzioni fangose, e le annunciano, come annunciano quelle dei veri vulcani. Infatti la notte dell’11 giugno 1859 avvenne una poderosa eruzione sul lido, presso Alat. Chi la osservava da Bakù, vedeva uno splendore, un incendio quasi fosse scoppiato un vulcano di gas infiammabile. Un vascello, ancorato presso l’isola Bulla, a 20 verste (chilometri 21,340) dal lido, fu coperto di sabbia di color plumbeo. Il mare, scosso, brontolava, come un temporale in distanza. I terremoti si ripeterono nel 1861, e appunto il 7 maggio di quell’anno il comandante di un vascello scoperse un’isola nuova, che fu detta Kumani, a mezzogiorno di Bakù. L’ho detta nuova non solo perchè scoperta soltanto allora, ma perchè nuova veramente, nata allora allora, sorta, per dir così, dal fondo del Caspio, come un fungo che spunta e spiega il suo ombrello sul suolo muschioso di una foresta. Prima in quel posto non v’era che un banco, cioè un bassofondo: ora, vi esisteva un’isola».

» E come era nata quell’isola?» domandò la Giannina, esprimendo sola colle parole, ciò che gli altri dicevano cogli occhi meravigliati.