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le salse come barometro 291


«Le saranno fiabe», volle osservare Giannina. «Che ci hanno a fare i temporali, il brutto tempo e il bello, con quei fenomeni, che dipendono da cause interne?».

«Anche a me le sembrarono fole per lungo tempo; e anch’io come tu adesso, mi andavo dicendo: — I fenomeni atmosferici possono avere un qualche legame con fenomeni prodotti da forze sotterranee? — No certo, — rispondeva. Ma intanto scrittori antichi e moderni mi venivan fuori a discorrere seriamente di rapporti tra i cambiamenti atmosferici e i terremoti e i vulcani. Intanto il petrolio presso l’isola Trinidad si solleva vorticoso quando la tempesta è imminente; intanto lo Stromboli si irrita del cattivo tempo, e aspetta il sereno per fare la pace; anzi, d’inverno, quando più frequenti si fan le tempeste, lo Stromboli non è più quel vulcanetto così ben regolato che fino dai tempi preistorici si potè vivergli benissimo accanto; ma desta i suoi vicini con delle scosse violente, o dà lo scatto a certe eruzioni così sfrenate che talora gli squarciarono il cono da cima a fondo. Una ragione la ci dev’essere; e la c’è, vedete, semplicissima; e tu stessa, Giannina, te ne capaciterai. Gli Strombolani tengono il loro vulcano in conto di un buon barometro, a cui lasciano la cura di predire il buono o il cattivo tempo. Ed è un barometro davvero quel vulcano, come sono tutti i vulcani, tutte le salse, tutti gli ambienti ove si sviluppino o vapori o gas. Lo sprigionarsi dei vapori dalle lave di un vulcano, e del gas dalle fanghiglie di una salsa, non è in fine che una ebollizione, che si equilibra tra la potenza espansiva dei vapori o del gas, e la resistenza dell’atmosfera sovrastante. Diminuite la resistenza, come quando l’atmosfera si fa umida e tempestosa, e avrete accresciuta la potenza: i vapori, i gas si sprigioneranno con violenza maggiore....».

Intendami chi può, che m’intend’io; dovetti dire a me stesso, vedendo certi occhiacci dei piccini, che di solito nè intendono nè si curano d’intendere, e i volti pensosi dei grandi, che di solito non intendono, ma si sforzano d’intendere. Le mamme a buon conto stavano zitte.

«Vedo che così non si cammina bene.... Sentite.... L’aria pesa, n’è vero? pesando, comprime, schiaccia, tien giù.... Va bene!».

«Codesto ce l’hanno insegnato», si fece a dire la Camilla.

«L’aria pesa, e il suo peso è tale, che se l’aria di sotto non facesse equilibrio a quella di sopra, questa ci schiaccerebbe».

«Sì, farebbe di noi una stiacciata, come se ci mettessero sotto