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una lezioncina sul metamorfismo 283

dalla stessa macchina, di modo che quando l’una discende, l’altra sale, e viceversa, con un viavai senza posa. In quella gabbia si stava, in piedi o seduti a piacimento, noi cinque, il direttore, il figlio del direttore, e qualche operajo, che faceva da scorta. Dato il segnale al macchinista, la macchina sbuffa, le carrucole rotano, la corda si allunga verso di noi, e giù, dondolanti, con un moto sussultorio1, che cresce col crescere della profondità, finchè ti pare di essere sospeso ad un filo di saltaleone2, con cui si balocchi un ragazzo, e giù ci perdiamo nell’abisso, ove le tenebre sempre più fitte non sono rotte che dalle scarse fiammelle dei nostri moccoli di sevo. Eccoci al fondo. La gabbia si schiude, e le candele rischiarano di fosca luce una grande aula, ove il pavimento, le pareti, la volta, tutto è carbone. L’occhio tuttavia non tardò molto a discernere sulle pareti certe strisce bianche, quasi crepacci rinzaffati come di calce, che si diramavano in tutti i sensi, e spiccavano sul nero di quelle muraglie di carbone. Che cos’erano?... Veri crepacci, nella gran massa di carbon fossile; ma, in luogo di essere sigillati colla calce per mano d’uomo, la natura li aveva riempiti di una roccia, che gl’Inglesi chiamano trapp, e non è altro che lava vulcanica. Si, quei crepacci sono una minima parte dei sotterranei condotti, per cui eruppero gli antichi vulcani d’Inghilterra, eruttando lave, ceneri e lapilli, che si scoprono in masse enormi nella grande regione carbonifera dell’Inghilterra».

16. «Ma come si può dire che siano lave quelle rocce?» do mandò Giovannino colla cera di chi duri fatica a ingojarsela riposando sull’altrui buona fede.

«Eh! carino, eccoci un’altra volta al trattato di geologia. Vi son cento ragioni per credere che quelle rocce siano lave.... Ma via: ne vuoi una che ti capaciti, anche senza cacciarti nel gineprajo della geologia? sai che cosa è il coke?»

«Vuoi che no ’l sappia?» rispose Giovannino che si sentiva forte in questo argomento. «Il coke è come l’avanzo del carbon fossile, quando fu già abbruciato per estrarne il gas».

«Benissimo! Quando fu abbruciato, hai detto.... In qualunque luogo adunque io trovassi del carbon fossile convertito in coke, cioè divenuto poroso, leggero, privo di sostanze volatili, ossia di gas, dirò che quel carbon fossile fu abbruciato; che pertanto ci fu qualche cosa che lo abbruciò. Va bene?».

  1. Moto di su e giù, a scosse.
  2. Filo elastico di ottone, ravvolto in spire parallele, che s’inguainava nei laccetti o nelle stracche perchè divenissero elastici. Sostituito in oggi dalla guttaperca.