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7. » Che cosa sono quei conetti?... Visti un po’ da lontano si scambierebbero per talpaje, cioè per quei monticelli che le talpe vanno formando col sommuovere il terreno nello scavarsi che fanno le loro gallerie sotterranee con tanto danno dei prati. Ma fatevi più dappresso e osservate.... un cono d’argilla umidiccia, tronco alla sommità; il piano della troncatura è un laghetto di melma azzurrognola.... Attenti! quel laghetto si move, e di tratto in tratto ribolle, sicchè il fango o trabocca, o slanciato lontano viene a ricadere in grumi e pillacchere. In fine ciascuna di quelle salse è un vulcano, un vulcano pigmeo, un vulcano in miniatura. Pigliate il Vesuvio, e umiliatelo alle dimensioni di monticello da talpa; quella vasta voragine, che si chiama cratere, non sia più che un meschino imbuto; quei laghi di lava bollente, che seppe talvolta riversare il Vesuvio, o, meglio ancora, quelli che si vedono da secoli ribollire nelle gole di certi celebri vulcani delle isole Sandwich, non siano più che pochi cucchiai di belletta salata; le enormi colonne di vapore che oscurano il cielo nelle più formidabili eruzioni dei vulcani, non siano che quattro gallozzole di gas infiammabile; le grandini di pietre, i turbini di lapilli, di sabbie, di ceneri, che coprono talvolta mi gliaja e migliaja di chilometri quadrati, sfondando i tetti, seppellendo le città, non saranno che zacchere di fango, come quelle che ogni batter di tacco vi sprazza sulle vesti in un giorno di pioggia: ed eccovi una salsa, un vulcano da gabinetto, ma.... chi ti conosce non ti compera, diceva quel tale....».

«Perchè?» voleva tosto saper Giovannino.

«Perchè lo saprai fra poco. Intanto prega il cielo che a quelle salse innocentine non saltino certi grilli, quando vi stai sopra col muso. Per ora stiamo a vedere.

8. » Quei coni non sono tutti fabbricati sullo stesso modello. Tra le salse, che in numero di dieci o dodici formano il gruppo a mezzodi, tu ne vedi alcune, le quali, piuttosto che coni, sono espansioni fangose, quasi ampie lenti piano-convesse1, dal cui foco ribolle il fango: alcune invece sono veri coni, che espandendosi alla base, sino a perdersi nel piano, si isolano nel mezzo, e si rizzano arditi, tronchi in vetta da un cratere ribollente. Una si distingueva dall’altre, perchè aveva forma di cono assai de presso, il cui centro era occupato da un laghetto di fango di

  1. Lenti piano-convesse diconsi quelle che hanno una faccia piana e l’altra convessa. Foco d’una lente è il punto in cui la lente fa convergere i raggi luminosi che l’attraversano.