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i poveri brumisti 265

si sdruscirebbero volentieri la pelle da mane a sera per guadagnare il prezzo di una corsa!... Oh! ha veramente ragione quella brava contessa che mi diceva l’altro dì: «A volte si ha veramente vergogna di essere ricchi....». Ma che pensieri strani!... E i poveri brumisti?... Strumenti non ultimi di quel movimento febbrile, per cui sempre più si condensa, per dir così, la vita dell’uomo e della umanità, sicchè in un giorno si vive ora, bene o male, quanto si viveva una volta in un mese, in un anno, forse in un secolo; i Il brumista. poveri brumisti sono forse i soli esclusi da quel movimento; i soli non partecipi del bene, che alla umanità ne ridonda. Eccoli là, allineati, immobili, come un filare di piante, come una fila di paracarri lungo le vie. Piove? fa freddo? Anche il più poveretto sa trovare una gronda ove porsi al riparo, e un po’ di brage semi-spenta con cui sgranchirsi le mani. Sferza la canicola? Anche il più tapino si arresta a tergere il sudore all’ombra di una casa, al rezzo di una pianta. Ma il brumista è là, sempre là, grondante, intirizzito, arso, secondo che piace alla stagione di rimu-