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a tu per tu colla morte 257

rebbero tutti i pozzi petroleiferi del mondo. Quando lo scavo ha raggiunto una certa profondità (per buona ventura è la massima, mentre l’intensità della emanazione è indizio certo della prossimità del petrolio), l’operajo non rimane nel pozzo che da due a tre minuti, come vi dissi; rimanervi più a lungo, e s’intende un minuto o due di più, sarebbe giocare la vita a pari e caffo. C’era tra quei cinque un vecchietto, il solo innanzi negli anni, il quale aveva continuato tutta la vita quel brutto mestiere, e contato a intervalli sette de’ suoi compagni estratti cadaveri dai pozzi. La respirazione, narravano quella buona gente, è abbastanza libera giù in fondo; ma si prova una pesantezza, una gran balordaggine alla testa, e un certo senso di languore, di dinoccolamento agli arti1. Quando si esce dal pozzo la vista s’abbuja, poi vede allucinata mille colori. Talvolta avviene che uno ci ri manga un po’ più del dovere, e n’è ritratto in preda a forti convulsioni, a stiramenti, come d’uomo che avesse il tétano2. Ma ciò dura non più di un quarto d’ora all’aria libera, e anche avviene di rado, perchè i poveracci sanno per bene che laggiù in fondo si trovano talmente a tu per tu colla morte, che non è luogo da farci il bell’umore. Imaginatevi, miei cari, se io mi sentissi profondamente commosso ed atterrito, trovandomi sulla bocca di quel pozzo, che poteva da un istante all’altro divenire una tomba, a conversare con quegli uomini, che, poveretti! per un tozzo scarso di pane, bazzicavano colla morte ad ogni quarto d’ora.

9. » Toccava il suo turno al vecchietto, canuto e stecchito, che era una compassione a vederlo, ma così lesto e faceto, che mostrava d’aver appreso da lungo tempo l’arte di pur campare, dando le cento volte una buona stretta di mano alla morte, che l’aveva appostato invano in fondo a tanti pozzi. Per buona sorte il vecchietto non doveva che riempire una corba.... ma, to’! dimenticavo di descrivervi il modo che tengono i pozzari. L’apparato per le pericolose manovre consiste in un tornio a manovella, dei più semplici e comuni per la forma, impalcato attraverso la bocca del pozzo in guisa che la corda, svolgendosi, discenda perpendicolarmente nel centro. I pozzari, raccomandati alla corda, vi son calati l’uno dopo l’altro per turno. Il primo che discende

  1. Le giunture, specialmente delle braccia e delle gambe; spesso per arti s’intendono le membra stesse, cioè le braccia e le gambe.
  2. Contrazione spasmodica dei muscoli, che generalmente termina colla morte.