Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/250

244 serata xiv

infine ciò che fanno le sorgenti, cioè le acque che circolano sotterra: e quei signori Anconitani non hanno fatto che mettere in pratica quello stesso espediente che Ercole inventò per ripulire le stalle di Augia, risparmiando non so quante migliaja di forconi e di scope».

«Chi è codesta Augia?» interruppe Giovannino, mentre gli altri dicevano lo stesso coi loro occhi incantati.

«Bah! non mi ricordava che oggimai la mitologia è bandita dalle scuole.... Basta.... Avrete almeno inteso parlare in genere delle dodici fatiche di Ercole, cioè delle dodici maggiori imprese di questo Sansone della mitologia. Ora l’ottava fra le dodici è questa appunto a cui alludevo. Augia, non donna ma uomo, e di più figlio del Sole, e re dell’Elide1, possedeva una stalla.... una bagattella, vedete.... capace di tremila buoi: e questa stalla, imaginatevi, nessuno l’aveva spazzata da tre secoli in poi. Ce n’era del concio: ma ce n’era di troppo, poichè il fetore ammorbava il paese, e vi aveva da ultimo portata la peste. Augia che pensa? manda a chiamare Ercole, il quale come aveva diviso una montagna e di un continente fattine due, sfondandovi quello che oggi si chiama stretto di Gibilterra2, poteva bene spazzare una stalla, per quanto vasta si fosse. Ed Ercole, il semidio, di venuto un tantino mozzo di stalla, che fa precisamente quello che si è fatto a Tocco. Piglia un fiume anzi due, come asseriscono alcuni bene informati, e li avvia dentro alla stalla, la quale non è a dire se rimanesse in breve libera da quella sporcizia». 7. «Quelli l’hanno trovato il verso», scappò a dire una delle mamme. «Ora seguiteranno a imbottarvi l’acqua, e a spillarne il petrolio».

«Eh! bisognerebbe che l’acqua, passando per quel buco, di-

  1. L’Elide era la contrada tutt’attorno alla punta più occidentale del Peloponeso (penisola di Morea). Essa confinava: all’est coll’Arcadia: al sud colla Messenia; all’ovest col mar Jonio: che la separava dall’isola di Zacinto, oggi Zante: al nord coll’imboccatura del golfo di Patrasso e coll’Acaja. Nell’Elide, sulla destra del fiume Alfeo (Rufià), presso il villaggio di Miraka, si stendeva il sacro paese di Olimpia, ove ogni quattro anni concorrevano tutti i Greci a celebrare la festa del Giove Olimpio con ogni maniera di utili gare, che si chiamarono i giochi Olimpici: Olimpiade i quattro anni fra l’una e l’altra celebrazione.
  2. Le due montagne, che si finsero separate da Ercole, dette perciò anche colonne d’Ercole, sono il monte Calpe, sul quale sorge ora Gibilterra, e il monte Abila, ora Almina, che gli risponde sullo stretto dalla parte dell’Africa. Si crede comunemente che le colonne d’Ercole fossero per gli antichi i confini del mondo occidentale e lo furono infatti per una gran parte dei popoli intorno al Mediterraneo. Ma, assai prima che i Romani arrivassero coi confini del loro imperio alla marina dell’Atlantico, i Fenici avevano navigato fino al Mar Baltico verso nord, e fin presso al Capo Verde verso sud: se pure non fecero tutto il giro dell’Africa.