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una milizia sotterranea 19

scavi sottoposti, i sostegni dei quali, poggiando alla lor volta per la massima parte sopra un materiale di riempimento, che la violenza dell’acqua disgrega e converte in fango, minacciavano sfasciarsi. Già i puntelli crepitavano; già il suolo appariva ondeggiare; già il sordo rumore dei distacchi incipienti annunciava inevitabile il crollo del sotterraneo. Il Dirigente è ricomparso sul piazzale, ed ai minatori angosciati che l’accerchiavano, ha gridato: «Chi ha fiducia mi segua!» e il piazzale rimase deserto in un baleno, e dalla galleria O’ Conor vi giungeva solo l’eco dei passi concitati dei valorosi. Erano da circa un centinajo. La penna diventa impotente a descrivere la scena che l’interno della miniera presentava in quell’ora. Il lavoro accanito, mediante il quale poche decine d’uomini, coll’acqua alle ginocchia, sfilati lungo un’angusta galleria, sopra suolo mal fermo, coll’ajuto di sempre nuove armature, pretendono sostenere la montagna che tende a schiacciarli; i colpi incessanti di accetta; le grida dei capi; lo scoppio dei legni sfracellati dalla immane pressione; il lamento dell’aria cacciata dai pozzi rigurgitanti d’acqua; l’ansia degli operai; tutto questo come riprodurre fedelmente a parole? Ben trentasei ore durò senza posa la pugna feroce, durante la quale accadde l’abbassamento e lo spostamento di tutta quella parte del sotterraneo che abbracciava i maggiori lavori di produzione: ma fu impedita la rovina generale della miniera. Dei minatori nessun morto; uno solo leggermente ferito. Se abbiamo voluto narrare un po’ distesamente tale avvenimento, egli è perchè non restino ignorati fatti e persone meritevoli d’elogio; perchè si apprenda che esiste una milizia sotterranea nell’Italia, non inferiore per sublime abnegazione a quella di altri paesi; e per derivarne la conseguenza che l’aver commesso atti di valore non è privilegio soltanto di chi ha il petto fregiato di medaglia1».

8. «Imaginatevi quale fosse il mio piacere nel trovarmi in siti così belli, in mezzo a gente così vivace, così generosa, che spende così degnamente la vita, mentre v’hanno tanti, qui e dappertutto, che poltriscono nell’ozio e si consumano nel vizio. In quel giorno poi Agordo aveva un’aria più vivace, più animata del solito. Forse perchè domenica? No: alla consueta letizia dei giorni festivi, che è pure così schietta, così tranquilla e gu-

  1. Note sullo stabilimento montanistico di Vallalta, per G. A. De-Manzoni. Venezia, 1871.