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magazzini sotterranei 243

quanto pare: ma conchiusero che doveva esistere una comunicazione fra quella caverna e la sorgente petroleifera, e tale che rinviando l’Arollo entro quelle tane, si sarebbe ottenuto l’efflusso del petrolio. Fruga e rifruga, si scopre la caverna fatata a circa un mezzo chilometro a monte della sorgente e ad una distanza non maggiore di 20 metri dal letto attuale del torrente. Non altro rimaneva che ripetere coll’arte l’esperimento già fatto con tanto esito dalla natura.

» Infatti l’Arollo, allora assai povero d’acque, fu deviato, e costretto a trovare un’altra volta la via sotterranea. Caspita! dove se n’è ito là dentro costui, che più non ritorna? Passarono infatti da cinque a sei ore, che furono assai lunghe, senza che giungessero nuove del sotterraneo pellegrino. Quand’ecco si fa sentire presso la sorgente petroleifera, e a grande distanza all’ingiro, un odore puzzolentissimo. Le acque della sorgente si gonfiano, accrescendosi di un volume pari a quello delle acque versate nella caverna. L’Arollo ha dunque trovato la sorgente degli Anconitani, e torna con essa a rivedere il sole. Ma quello che è meglio, ha incontrato per via il petrolio, e se lo trascina seco prigioniero. Infatti le acque si intorbidano, ed eccoti il petrolio uscire a furia. Io devo al signor Carlo Ribighini tutti i particolari relativi a questo singolare fenomeno. Egli assistette personalmente, nei primi d’ottobre 1865, ad un secondo esperimento. Alle sei del mattino s’introdusse l’acqua dell’Arollo nella caverna: alle 11 1/2 ebbe luogo la puzzolentissima emanazione; a mezzogiorno l’acqua della sorgente, schifosamente intorbidata e pregna di argilla cerulea, si gonfiava, e con lei usciva il bitume, gradatamente aumentando. Alle due pomeridiane veniva sviata l’acqua dalla caverna, e verso le 4 1/2, cessato l’efflusso del petrolio, tutto tornava nello stato normale. La quantità del petrolio raccolto in quelle quattro ore circa, risultava da 1000 a 1500 chilogrammi: era liquido, galleggiante, e, come assicura il signor Ribighini, si acconcia perfettamente alla distillazione. Era naturale che l’esperimento si ripetesse: e lo si ripetè infatti più volte, sicchè in quattro giorni di continui esperimenti si ottenne la quantità certo assai riguardevole di 70 o 80 mila chilogrammi di petrolio».

6. «Ma non capisco bene», disse la Giannina, come codesto Arollo potesse trovare il petrolio, trarlo seco....».

«Io per me invece non ci trovo, come ho detto, nulla di strano. Si tratta infine di una buona risciacquata a quei sotterranei, invischiati e sparsi di pozzanghere bituminose. L’Arollo ha fatto