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218 serata xii

menso laboratorio. Il signor Berthelot non fece che costringere la natura ad operare un momentino a viso scoperto nel suo gabinetto, entro un bel globo di cristallo, sì ch’ei potesse vedere come andava la faccenda. Di più non posso dirvi. Io penso che i petroli si formino nelle viscere della terra come si formarono nell’apparato del signor Berthelot, cioè per la immediata combinazione dell’idrogeno col carbonio; come per l’immediata combinazione di altri elementi, si formano nelle viscere della terra i sali, gli ossidi, le leghe metalliche e tutti i minerali, in cui ci abbattiamo, a mano a mano che ci andiamo facendo strada entro i regni bui col trapano o colla mina1. Una volta che il petrolio sia prodotto, naturalmente penetra come un liquido qualunque, le rocce, che sono porose: le imbeve come fossero spugne: filtra, e si raduna nelle sotterranee cavità, come fossero tini: si trova coll’acqua, e con essa circola, e con essa sgorga dalle sorgenti. Non ci resta che di raccoglierlo, se ci viene spontaneo, o di an dare a cercarlo e a snidarlo dai naturali ricettacoli. Vi torna?».

«Sì, sì!» risposero i nipoti, che parvero abbastanza capacitati.

9. «Quante belle cose», uscì a dire Giovannino, «potremo vedere, se arriveremo una volta a mettere il piede fuori del nostro paese, dove non c’è niente di tutte codeste meraviglie di cui ci parla lo zio!».

«E dove vorresti andare, Giovannino?».

«Andrei in Cina a vedere le fontane e le montagne ardenti: andrei al mar Caspio a vedere i vulcani di fango: andrei all’isola della Trinità per vedere quel lago di pece, e quegli sgorghi di petrolio: andrei negli Stati Uniti, per osservare quei pozzi da cui si cava petrolio....».

«Ti basta così? Allora, caro mio, ti consiglierei a risparmiare tempo e danaro; a non arrischiare fors’anco la vita, per sì poca cosa: a startene qui nel tuo paese, accontentandoti di qualche bel viaggetto in Italia».

«Eh sì! ci avrei di belle cose da vedere!» esclamò Giovannino, alzando le spalle in atto dispettoso.

«Ci avresti di belle cose da vedere.... Ma sì.... non te l’ho detto?

  1. L’opinione qui accennata circa l’origine dei petroli non è quella che comunemente si accetta. Io la preferii e la sostenni nel mio Saggio di una storia naturale dei petroli pubblicato nel giornale Il Politecnico, 1864, poi nelle mie Note ad un corso annuale di geologia vol., I, Milano, 1865, e finalmente nel mio Corso di geologia, vol. III, 1873. I più ammettono ancora che i petroli siano prodotti mediante la decomposizione o trasformazione delle sostanze vegetali o animali, sepolte in ammassi entro gli strati terrestri. Tale opinione mi pare anche oggi contraria ai fatti, come mi studiai di dimostrare nelle opere citate.