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la folla al santuario 157

il tutto confuso come le reminiscenze dei sogni vivaci che si son fatti da bambini. Mi ricordo però per bene quando, lasciandomi guidare dall’onda di popolo che traeva verso il Santuario, vi entrai, bramoso anch’io di visitare la santa Casa e vi stetti un bel pezzo ad osservare le mosse, non sempre composte, della folla devota, lieta d’aver raggiunto la meta del pio pellegrinaggio.

» Là sulla soglia del tempio si buttano ginocchioni, e di là, camminando, o meglio trascinandosi sulle ginocchia e recitando preghiere, pigliano le mosse verso l’altare, cioè verso il tabernacolo eretto sulla santa Casa; nè si arrestano finchè non abbiano compito, sempre colla stessa faticosa ginnastica, il giro di quel monumento. Il gradino di marmo bianco, che sporge dalla base, è guasto da due solchi profondi, paralleli, che lo percorrono tutto all’ingiro, a guisa di binario d’una ferrovia, e accusano lo strofinio delle punte dei piedi, o piuttosto delle scarpe, con cui, da secoli, lavorano a logorarlo i pellegrini camminando così a ginocchi.

» Quand’io fui alla porticina d’ingresso di quella devota stanza, la vidi occupata da una folla di pellegrini, così stivata, così tutta d’un pezzo, che ce n’era per ben due volte quella capacità. Una folla molto maggiore si teneva stretta davanti alla porticina, a guisa di quegli sciami di api, che si veggono pendere appiccicati dalla bocca dell’alveare, quando attendono, per emigrare, il cenno della nuova regina. Due soldati erano a guardia, l’uno della porticina d’ingresso, l’altro della porticina d’uscita, praticate nei due fianchi opposti del monumento.

» Il buon Piemontese, che guardava l’ingresso, addocchiatomi e vistomi in migliore arnese che non gli altri pellegrini, credendomi qualche pezzo grosso, che so io?... un deputato, un ministro, si adoperò a farmi un po’ di vano entro quel conglomerato umano, senza attendere il momento della muta dei pellegrini. Approfittai di tale gentilezza; ma, sporta appena la testa entro la sacra cella, e vistomi tra due muri di umani, l’uno saldo di dentro, l’altro minaccioso di rovina di fuori, pensai che il mio po’ di bene poteva farlo anche al di fuori, senza arrischiare di trovarmi in un pigia pigia, per cui non sapeva se l’arco delle costole era saldo abbastanza. Presi dunque il largo, e rimasi spettatore di una scena sufficientemente bizzarra, e un po’ anche, diciamolo, commovente.

» Eravamo al momento in cui i pellegrini dovevano darsi lo scambio. Io credo che quel bravo Piemontese si trovasse in peg-