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la tomba dei polacchi 149

alcune ossa dal fango che mi parve liberato di fresco dalla crosta stalagmitica che lo ricopriva. Non ho ancora istituito quei confronti, da cui risulterà se la scoperta abbia, come credo, qualche importanza.

6. » Usciamo finalmente dalla seconda caverna per visitare la terza. Essa è qui presso. Discesi per cinque minuti sotto l’osteria in un borro coperto di verdi tappeti, sul pendio dello sperone che guarda oriente, eccoci alla porta di una casa colonica, ove troviamo le chiavi della Tomba dei Polacchi, e i custodi che ci faranno da guida».

«Tomba dei Polacchi!...» disse ridendo la Giannina. «Che ci ha ella a fare la Polonia colla Valle Imagna?...».

«Indovinalo grillo! Gli è come d’un burroncello che incide la montagna tra l’Albenza e il Resegone, per cui discende in Valle Imagna chi viene dal lago di Lecco, e lo dicono il Ponte degli Spagnuoli. Per poco che si cammini di questo passo, ti trasformano la Valle Imagna in valle di Giosafatte. Forse quando l’Imagna era nei dominî della Serenissima1; forse quando i lanzichenecchi invadevano la casa di don Abbondio, il quale intanto, per questione di sicurezza personale si dilettava di studî topografici proprio sull’opposto pendio dell’Albenza, dove era il castello dell’Innominato, forse allora.... vattel’a pesca!... sento che mi farei più onore narrandovi la storia della Valle Imagna di uno, due, dieci milioni d’anni più addietro. Mette conto al geologo l’occuparsi di avvenimenti che rimontano soltanto a qualche centinajo d’anni? Dunque la Tomba de’ Polacchi è una caverna che si chiama Tomba de’ Polacchi, e noi scendiamo a visitarla.

» Dalla casa colonica che v’ho detto, con guide, moccoli e rami fessi di piante resinose, che faran lume, si discende ancora attraverso i prati, ove lo sguardo è tosto colpito da un fenomeno singolare, benchè non nuovo a chi abbia appena bazzicato alquanto pei paesi montuosi. Mi ricordo di averlo osservato più volte in Lombardia; ma l’ho notato specialmente nel Giura, dove costituisce uno dei tratti caratteristici di quella tipica orografia, da cui i geologi pigliarono a prestito fino il linguaggio che esprime

    lasciandovi ciascuna le proprie spoglie successivamente pel corso di secoli. Almeno 300 orsi erano rappresentati dalle reliquie estratte dalla caverna detta Buca dell’Orso, a Laglio, sul lago di Como, e vuolsi che il deposito della caverna di s. Ciro presso Palermo, contenesse i resti di forse 12 000 ippopotami.

  1. La Serenissima Repubblica di Venezia dal 1454 al fine del secolo scorso ebbe l’Adda a confine tra’ suoi dominî e il Ducato di Milano.