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140 serata viii


«Se non so nemmen dove sia», ripigliò la Camilla.

«Non me ne meraviglio. Ponte Giurino non si mostra nemmeno sulla gran carta dello Stato maggiore austriaco1, o almeno non vi si trova al suo posto. Eppure è un sito così bello! Bello, dico, come stazione, per godervi il prospetto della Valle Imagna, e come punto di partenza per piacevoli escursioni. Pigliate una carta di Lombardia, e troverete la Valle Imagna nella provincia di Bergamo, col suo confluente nel Brembo, su per giù a cinque miglia dalla città fra levante e tramontana. Dove la via maestra taglia il fiume, passando dalla destra sulla sinistra, là quasi nel cuore della valle, a un chilometro circa dal ponte, v’è un albergo di buon augurio; in faccia una farmacia; dei mulini giù basso; qualche casetta più su.... infine Ponte Giurino. Se fosse in Lapponia, o in seno alle steppe della Russia, le carte lo segnerebbero come una grande città; nella popolosa Lombardia è un loghicciolo, che appena comincia a far capolino nel rumoroso regno della fama per le sue fonti solforose, sorelle ed emule2 delle celebri fonti di Sant’Omobono, che sgorgano in fondo alla valle. Ma di acque cotali, che là si dicono tanto più buone quanto sono più puzzolenti, voi non volete saperne. Invano vi descriverei il capace e comodo alloggio, il sentiero che conduce alle fonti difeso da ombre impenetrabili al sole di agosto, le rupi ad anfiteatro, e il bosco ove i beventi alternano i lunghi sorsi colle ciarle, coi passeggi, coi giochi.... Belle cose! ma l’idea di quell’acqua ve le attossica tutte. E pensare quanto tesoro di sovrumana pietà la natura nascose in seno a quelle fonti di sì diversa natura, disseminate in tutte le regioni del globo, spregiate per tanti secoli, ora rintracciate e raccolte con cura così gelosa! Forse facendole così disgustose e nauseanti, volle natura, maestra di virtù tanto sapiente, insegnarci che di solito una cosa è tanto più salutare quanto meno diletta. Basta.... non più acque putride! non più prediche stucchevoli. Parliamo delle bellezze di Ponte Giurino. E’ mi pare ancora d’esser là alla finestra di quel confortevole albergo, posto quasi in grembo a una rupe, dove vedeva ritte di fronte le brulle vette dell’Albenza, sorrette da pareti verticali di nudi strati calcarei, quasi

  1. La carta delle provincie lombardo-venete, dell’Emilia e delle Romagne, pubblicata dallo Stato maggiore austriaco, è incontestabilmente la migliore tra le carte topografiche d’Italia ed una delle più belle che si conoscano.
  2. Raffronto analitico sulle acque solforoso-saline di Valle Imagna, pel dottor Luigi Regazzoni.