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riuniscono alle Alpi, per mezzo di quella grande cortina che si spicca dalle Alpi direttamente da nord a sud, e vanta le aspre cime del Corno dei Tre Signori, e dei monti Tonale, Airo, Adamello, ecc. Come contrafforti dei grandi gruppi menzionati, corrono in linea a loro parallela le grandi montagne dolomitiche, come le due Grigne, il Resegone, l’Aralalta, l’Arera, la Presolana, il Guglielmo, il Muffetto, ecc....

2. » Le Prealpi, principalmente le calcaree, più esposte a mezzodì e più basse delle Alpi, raggiungono di rado i limiti delle nevi perpetue, se ne eccettuate quella cortina che vi ho detto, e i pizzi che rispondono immediatamente sulla Valtellina. Non sono per conseguenza caratterizzate nemmeno dalla vegetazione alpina che dà alle Alpi quell’aspetto loro particolare di durezza e di severità. Mancano perciò alle Prealpi i due tratti principali che improntano il paesaggio alpino così sublime e pittoresco. Per compenso sono ricche di altre bellezze tutte particolari. Si rimarca anzi tutto in esse il contrasto, di effetto così maraviglioso, fra quelle creste dentate, ignude come scheletri, bianche, che si colorano di quelle tinte così rosse e gialle al sorgere e al tramontare del sole, così azzurre, così aeree nelle giornate serene; e il verde perenne, di cui la perenne ubertà copre i fianchi e i piedi delle montagne, tutte rivestendo le colline, sicchè le aride cime pajono spiccarsi come da una ghirlanda di erbe e di fiori. Chi vuole il ridente, il molle, il tranquillo, il temperato, insomma delizie e amenità, non va sicuramente a cercarle nelle Alpi, ma nelle Prealpi, specialmente nella zona inferiore, dove regnano primavere ed estati che non trovano molto da invidiare a quelle dei paesi più meridionali. È questa la regione dei laghi azzurri, dei limpidi torrenti, dei boschi ombrosi, dei prati fioriti, dei pingui colti, dei giardini incantati, delle viti, degli ulivi, e più in alto dei castagni e dei faggi».

«Dev’essere dunque assai bello il viaggiare nelle Prealpi»: riflettè la Marietta.

«E come! Non vedi come traggono in folla alle nostre belle contrade Inglesi, Tedeschi, Americani, stranieri d’ogni paese, a cercarvi la salubrità dell’aria, la mitezza del clima, i molli incanti della natura, che sono negati ai loro paesi? Perchè le sponde del lago Maggiore e del lago di Como sono tutte tempestate di villette graziose, di sontuosi palazzi, di magnifici alberghi? Nè meno ridenti, benchè meno abitate, sono le sponde dei laghi di Lugano, d’Iseo e e di Garda. Per sventura ne è troppo