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SERATA VIII


Le caverne di Vall’Imagna.

Le Prealpi italiane, 1. — Bellezze delle Prealpi, 2. — Ponte Giurino, 3. — La Cornabusa, 4. — La Caverna del Dàina, e le stalattiti, 5. — La Tomba de’ Polacchi, 6.


1. «Che vi dovrò raccontare stassera?» domandai al mio piccolo uditorio radunato come al solito nella solita sala. «Di Alpi dovete esserne satolli fino all’indigestione. N’è vero?».

«Oh no» rispose Giannina, non so se per sè sola o anche per gli altri. «Ma giacchè sembri disposto a condurci altrove, per mettimi di farti una domanda, che conservo in petto da molto tempo. Che cosa sono le Prealpi, che tu hai nominato più volte, e che non trovo accennate ne’ miei libri di geografia?».

«Prealpi non è nome che appartenga alla geografia classica, e molto meno all’antica. Fu creato piuttosto modernamente dalla geografia fisica e dalla geologia. Questo nome vorrebbe dire in genere i contrafforti delle Alpi, le montagne che sorgono fra le colline di Torino, per esempio, del Varesotto, della Brianza, del Bergamasco, del Bresciano, del Vicentino, e i colossi alpini che formano proprio la cresta delle Alpi, lo sparti-acque della grande catena che separa l’Italia dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Germania. Quelle montagne, talora già ben distinte topograficamente, lo sono ancora meglio per la loro costituzione geologica. Sono principalmente montagne calcaree e dolomitiche, appartenenti a un’epoca media.... Voi non intendete certamente abbastanza il senso di queste parole; ma s’io volessi entrare in argomento, non ne uscirei nè per giorni nè per settimane. Accontentatevi di sapere che i geologi, studiando le formazioni, cioè