Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/125


la brina 119

dentro; se li tocco si sfanno; li direste forme aeree e quasi fantastiche. Volete sapere che sono? sono i filamenti cristallini del nitro, sottili sottili come i fili d’una ragnatela e a cui la brina dà lume e risalto contornandoli d’una nuova cristallizzazione posticcia.

Vedi sino ai fessi dei chiusini che coprono le fogne, si foderano di brina, e il misterioso soppanno s’ingrossa, finchè rimangono turati da un massiccio di candidi cristalli. Perchè qui più che altrove si spiega l’attività della natura?... Ah, ecco! ora intendo come si formino i filoni di minerali in seno alla terra; intendo perchè ogni crepaccio di monte diventa uno scrigno di gemme e di metalli preziosi. Come i vapori acquei, che esalano dalle fogne umide e caldiccie, tappezzano di bianca brina i fessi dei chiusini ove s’imbattono nella fredda atmosfera, così i vapori gemmiferi e metalliferi, spinti dagl’interni calori verso la superficie del globo, incrostano di cristalli le cavità ove si raffreddano.

Mentre lo sguardo si alterna tra la campagna e la città, scoprendo sempre nuove meraviglie; ecco sorgere il sole. Che? è il sole, quel disco rosso, senza raggi, senza splendore? — Netto, tagliente come un disco di rame appena passato al laminatojo, ma nulla più: tu lo fissi colla pupilla immobile come lo guarderesti dipinto sopra una tela. Eppure se osservi le vetriate che ne riflettono l’igneo splendore, si direbbe che per le case divampin gl’incendi. Anche la bigia arena che ricopre la via, è divenuta una congerie di gemme. Passeggi per campi, ed ogni cespuglio, ogni erbetta ti dardeggia per sorpresa un nembo di raggi di vario colore; e ognuno degl’infiniti cristalli, onde scintilla il manto della terra, ti aspetta per lanciarti un dardo improvviso; cento iridi ti folleggiano d’intorno; tutto brilla e lampeggia.

È pur meravigliosa e multiforme la natura nella semplicità de’ suoi mezzi! Qual occhio è si acuto, che scorga gli atomi di vapore, a mille a mille vaganti nella lucida atmosfera? Ma da quel tenuissimo vapore, quanti spettacoli allo sguardo! quanta vita all’universo! Da quegli atomi invisibili piglian corpo d’un tratto le nubi, talora immobili quasi enorme cappuccio sulla cima del monte, talora erranti, a guisa di pecorelle pascenti, ne’ campi del cielo; talora distese, a modo di velo funereo, sulla faccia del globo; talora a gruppi, a schiere, come una legione di mostri, lanciati alla corsa, tra il guizzo dei lampi e lo scoppiare dei tuoni. Quegli atomi invisibili, condensati in goccie, generano le pioggie