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112 serata vi

appena accessibile era la punta di quella specie di delta a cui la Provvidenza ci aveva guidati.

18. » In breve fummo sulla via che conduce a S. Antonio di Morignone, e i primi montanari in cui ci imbattemmo non sapevano raccapezzarsi d’onde e come noi fossimo discesi, Ma il pericolo era vinto, e come avviene, era diletto il discorrerne, il riandare ad uno ad uno tutti gli incidenti di quelle due eterne ore di angoscia. Il dottore Casella, sopratutto, era gongolante di poter ammannire sì lauto pasto alla curiosità dei beventi di Santa Caterina. L’imbarazzo in questo caso consisteva piuttosto nel soverchio che nel difetto di cibi. I beventi di Santa Caterina avevano contratta, chi sa per qual motivo, la cattiva abitudine di fare uno sconto usurajo del tanto per cento, a quanto veniva loro narrato dall’ameno dottore, che stavolta sentiva invece d’avere il diritto di esser pagato per intero in moneta sonante. Voltosi quindi alla comitiva, che non doveva più far ritorno alle acque, disse: — se io, ritornando solo a Santa Caterina, narrerò l’avvenuto, nessuno mi vorrà credere: voglio un mandato scritto e sottoscritto che mi accrediti presso i signori beventi, e voi dovete farmelo. —

» — Aspetta, aspetta, — gli diss’io, — che ti faremo un mandato redatto in forma di regolare diploma. — E dato di piglio a portafogli e matita, cominciai.... Lasciatemi vedere se mi ricordo ancora di quella bosinata.... Sì, press’a poco così:

Diamo incarico al dottore
     Di narrar la trista istoria,
     La gran scena di terrore,
     La gran lotta e la vittoria.
Chi dall’acque a Morignone
     Di seguirci abbia talento,
     Faccia qualche divozione,
     Faccia prima testamento.
Noi preghíam quindi a cald’occhi,
     Una lagrima versate
     Sopra i turgidi ginocchi,
     Sulle coste fracassate.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Basta, basta!... Roba da chiodi! direbbe un milanese: versi assassini! griderebbe un napoletano. Ma che volete? dopo gli orrori di quel bosco non c’era orrore che non sembrasse una amenità, e il mandato fu regolarmente firmato da tutti, anche dal prevosto, anche dalla guida che, badate bene, sapeva scrivere,