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102 serata vi

io andava dicendo, senza riflettere io stesso che il mio piccolo uditorio non poteva dilettarsi di sole fantasie, nè era maturo a tal genere di confronti. «Oh bella! sapere perchè i monti sian fatti così!... È il Signore che ha fatto così le montagne e tutto».

«Va bene; tu hai detto una verità sacrosanta. Dio ha fatto le montagne, come ha fatto il sole che ogni di rinnovella la vita sulla terra, come ha fatto il torrente che scorre di continuo a fecondare il piano, come ha fatto quanto sta o si agita sulla terra. Egli delineò nell’universo un quadro sempre vivo, sempre vario, ove tutto ha principio e fine, ove tutto nasce, si spegne, si rinnovella, senza che l’ordine ne sia mai turbato, quell’ordine che è un inno incessante alla potenza, alla sapienza, alla bontà di Dio, un inno però che solo si completa e assume la sua vera forma, quando, ripercosso dal cuore dell’uomo, risuona sulle sue labbra. Ma la scienza non si accontenta di questo: — Dio ha fatto, ha voluto così —; vuol anche sapere come ha fatto, ed anche, se può, perchè ha voluto così. E Dio non vieta questa nobile curiosità che è tutta conforme a quel lume di ragione, che Dio stesso ha dato all’uomo, perchè fosse l’imagine sua. Anzi Dio stesso gli ha fornito i mezzi perchè possa soddisfarla; nè la scienza consiste in altro che in una più perfetta cognizione di Dio e delle sue opere. Scienza e virtù quasi divinizzano l’uomo; ignoranza e vizio l’abbrutiscono. Ecco perchè, bambini miei, vi si ripete sempre: studiate e siate buoni....».

«Uh! non ci racconti più niente....», saltò a dire Chiarina più sincera che obbligante.

9. «Zitto», riprese la Cia; «lasciami sentire perchè le montagne sono ad un modo in basso, e ad un altro nelle alture».

«Eh! vuoi saperlo?... siamo ancora ai ghiacciai....».

«Ma che ci entrano i ghiacciai?» soggiunse la Cia.

«Dimmi, fosti mai sui bastioni di Porta Renza?».

Oh! quante volte!... si vede la Stazione, il Lazzaretto».

«No.... guarda più in là; osserva quella pianura immensa, tutta verde, tutta coperta di campi che sfuma giù in fondo, e muore ai piedi di una vasta cerchia di colline, prima più umili e più ridenti, poscia più alte e più severe. Qui la Terra-promessa; là i giardini di Lombardia, l’amena Brianza, il ridente Varesotto. Da quella cerchia di colline si spiccano, levandosi in alto con mirabile contrasto, quasi piramidi di arida cenere, le due Grigne, poi il Resegone co’ suoi denti scheggiati, il Venturosa, il monte Arera e così via via, sempre verso oriente fino al Monte Baldo,