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cercando i limiti occidentali del granito; io invece avrei attraversato il Sobretta, prevedendo di incontrarne i limiti orientali, e di dover quindi attraversarne il corpo più grosso».

«Ma non ti ricordavi più del tuo ginocchio?» domandò la Marietta.

«Me ne sarei volontieri scordato; ma fu lui che non volle scordarsi di me. Di fatto al mattino il buon Théobald, strettami la mano, si avviò lesto come un capriolo per salire le vette torreggianti sulla destra dell’Adda; io invece noleggiai un prosastico baroccio che mi trascinasse a Bormio, quindi a Santa Caterina, dove voleva riposare un pajo di giorni, sperando di risanare dalla contusione che mi aveva assegnato per allora un posto tra gli invalidi.

» Per buona sorte seguivan due giorni festivi, incontrandosi accanto alla domenica la Madonna d’agosto. In quei giorni, se il tempo è bello, come era splendido allora, la solitudine di Santa Caterina offre lo spettacolo animatissimo di una sagra. La chiesuola in testa al ponte sulla destra del Frodolfo si apre; l’unica campanella si dibatte festiva e instancabile entro la sua torretta; l’umile altare rivaleggia, pel numero delle messe, colla splendida ara di una cattedrale. Traggono da ogni parte i montanari in folla, e fatto un po’ di bene nella chiesa, si accalcano attorno alla fonte salutare. Poveretti! Padroni naturali, per dir così, di tanto tesoro di salubrità, non hanno che la domenica per attendere a profittarne. A vederli cioncare a tutta canna, quindi partire con quelle bocce panciute, piene della linfa portentosa, si direbbe che n’han bevuto per tre giorni, lasciando alla boccia la cura degli altri tre, finchè torni il settimo giorno che li rifornisca.

» Intanto il dottor Casella ebbe tutto il campo di mostrare come la sua premura, così la virtù portentosa dell’arnica alpina. In capo a due giorni il ginocchio si mostrava pronto a ripigliare il servizio. Il prevosto di Val-Furva, sdebitatosi de’ suoi pastorali uffici nelle due feste, era pronto egli pure ad associarsi a nuove intraprese; il dottore anche lui, e all’alba del martedì, eccoci riuniti colla solita guida, che stavolta aveva lasciata la gerla, come noi avevamo deposto il sacco, in previsione di una giornata campale.

7. » Un sentiero ascende sulla sinistra del Frodolfo, e partendo dallo Stabilimento, sormonta diversi pendii, attraversa pascoli e sparse boscaglie, finchè si arriva a Peghera, cioè ad una serie di pascoli, dove appare evidentissimo un fenomeno che si