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i graniti delle alpi 99

il Sobretta, e pensai, non dirò a girargli attorno, a lambirne le falde, ma a scavalcarlo, a cacciarmigli nel cuore; ed eccone la ragione.

» Voi conoscete il granito, n’è vero, quella pietra bianca, macchiettata di nero, luccicante, di cui si fabbricano i nostri paracarri, gli stipiti delle porte....».

«Ah, ah, il serizzo....».

«No, no, il ghiandone....».

«Ohibò, il miarolo....».

«Adesso, adesso.... il sanfedelino».

Io rimasi sbalordito da tanta erudizione petrografica1 de’ miei nipoti, che cominciavano ad altercare come al solito gli scienziati e i non scienziati perchè non si intendono circa i termini.... «Basta, basta! avete tutti ragione. Serizzo, ghiandone, miarolo, sanfedelino, ciascuno di questi nomi volgari indica di fatto una varietà di graniti delle nostre Alpi. Ma quello che m’importa ora è che sappiate come i graniti costituiscano nelle Alpi certe enormi masse, certe montagne, anzi gruppi di montagne, che sorgono isolati in mezzo a terreni d’altra natura, quasi un dì fossero sbocciati dalle viscere della terra, sollevandosi d’un sol tratto in grembo alle nubi. Uno di questi Titani2 dalle sterminate membra, sorge appunto tra le Prese e Bormio. È una massa imponente di granito, conosciuto sotto il nome di granito di Sant’Antonio di Morignone, dal paesello ove ne sono aperte le cave. Quel granito è stupendo, ubbidientissimo allo scalpello che ne può trarre i più delicati ornamenti. Quella massa, di mezzata dall’Adda che vi scorre incassata tra verticali pareti, costituisce le parti più elevate del Sobretta, sulla sinistra del fiume, formando altri monti sulla destra.

6. » Importava moltissimo al signor Théobald e a me di poter conoscere i limiti di quel gruppo granitico per segnarlo sulla carta geologica; ma quando studierete la geologia capirete come la disposizione eccezionale di tali o consimili masse ne renda difficile lo studio, obbligando il geologo a giri e rigiri senza fine. Giovandoci del fortunato accidente che ci aveva riuniti sul difficile campo, pensammo dividercelo, per meglio impossessarcene. Théobald doveva cacciarsi su pei monti alla destra dell’Adda,

  1. Si dice petrografia quel ramo della geologia che si occupa della natura delle rocce.
  2. I monti sono qui paragonati per similitudine ai Titani della mitologia, cioè ai giganti che mossero guerra al cielo, e furono sterminati dai fulmini di Giove.