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98 serata vi


«No, carino; proprio della carta geologica, che sarebbe ancora una carta geografica o topografica, una carta cioè dove sono inscritti i paesi, delineati i fiumi e le montagne; ma c’è questo di più che essa è colorata con tanti diversi colori....».

«Come l’Arlecchino....» disse Tonio.

«Appunto; ma un Arlecchino che chi lo sa ben vestire è un brav’uomo. Oltre i diversi colori vi rimarchereste dei tratti particolari, dei segni di convenzione....».

«E a che serve tutto questo?» domandò Giovannino.

«I diversi colori indicano i diversi terreni; i segni di convenzione possono indicare i rapporti dei terreni fra loro, i loro modi di sviluppo, i minerali che contengono, ecc., ecc. Infine, per dirla breve, una buona carta geologica di un paese vi dice non solo come è configurato topograficamente, cioè superficialmente, ma anche come è composto nell’interno; nè solo come è composto, ma per quali fasi giunse ad avere l’attuale composizione e configurazione, quali siano le sue ricchezze minerali, ecc., ecc. Insomma la carta geologica è l’espressione più completa di una regione ed è una delle più gloriose ed utili imprese che possano essere eseguite da un geologo, e venir promosse da una provincia o da una nazione.

» Il signor Théobald aveva appunto ricevuto dalla Società Svizzera l’incarico di formare la carta geologica del Canton-Grigioni, la quale doveva comprendere naturalmente tutta quella catena, o piuttosto quell’immenso gruppo di colossi alpini, ove si perdono, per dir così, i limiti della frontiera italo-elvetica, partendo dai confini occidentali del Tirolo, per giungere ai celebri passi del Septimer e dello Spluga. La carta di Théobald potè vedere la luce prima della sua morte, e l’Italia ebbe tutta delineata geologicamente, da mano non Italiana, una delle più vaste e difficili porzioni della sua frontiera.

5. » Ma torniamo a noi. L’improvvisa apparizione del signor Théobald m’aveva cacciato di corpo il mal umore come per incanto. La credetti dapprima un puro accidente fortunato; ma in fatto non lo era. Inteso dar l’ultima mano alla sua carta geologica, aveva saputo come io mi trovassi, dirò per lo stesso scopo, in que’ dintorni, e ormeggiandomi d’indizio in indizio, m’aveva sorpreso al Cavalletto. Imaginatevi che diluvio di chiacchiere! voi ci avreste creduti pazzi. Si pranzò al Cavalletto, si dormi al Cavalletto, e non si parlò che di geologia, e la conclusione fa questa ch’io, da buon marinajo, scordai ogni giuramento contro