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apparizione di un amico 97

dove s’incontri il malanno. Ricordomi ancora di quando giunsi alle Prese col ginocchio, non so come, contuso in guisa che rifiutava assolutamente il suo servizio, sicchè, postolo invano ad agghiacciarsi in un limpido torrentello, dovetti ripiegare all’osteria del Cavalletto, un pulito abituro servito da gente cordiale, e là adagiarmi sopra un lettone, alto non so quanti metri sul livello del mare e quanti altri sul livello del pavimento, a digerir la mattana che mi aveva fatto mettere il broncio contro il Sobretta, le sue dioriti1, e la scienza che mi aveva mosso a studiarle. Certo in quell’ora avrei fatto giuramento di non pigliarmela più oltre nè col Sobretta, nè con altra di quelle arrabbiate montagne.

3. » Ma standomi così sonnacchioso, mentre i miei compagni, affranti pur essi dalla fatica, sedevano ad una tavola, col capo fra le palme, si apre l’uscio della camera ed un uomo, dal mento raso, dal viso asciutto e irrugginito dal sole, dal naso adunco e profilato, dall’occhio vivo, intelligente, si arresta sulla soglia. Una cinghia, attraversandogli il petto, sosteneva dietro il dorso una cassetta di latta, inverniciata di verde, lunga, a sezione ovale: l’insegna di un botanico. Un sacco di pelle gli pendeva sul fianco destro, e un martello sospeso ad una cintola, sul fianco sinistro; insegne di un geologo. I miei compagni guardano lui come uomini che dicessero: che c’entra costui? ed egli guarda loro come uom che risponda: mi sono ingannato! Ma io rompo quel muto dialogo, balzando dal letto e gridando, coll’accento della sorpresa e del piacere: oh! monsieur Théobald!...».

«Chi era costui?» gridano in coro i nipoti.

«Un mio amico, e al tempo stesso uno degli scienziati più benemeriti della geologia alpina. Oh il signor Théobald merita di essere ricordato fra noi. Germano d’origine, era allora professore di geologia a Coira, dove si distinse per diverse pubblicazioni. Una morte precoce, causata dal soverchio studio, l’ha ora rapito alla scienza ed agli amici. Dovete sapere che in Svizzera, dove certi rami di studio sono tenuti assai più in pregio che da noi, la Società delle scienze naturali, coadjuvata dal governo federale, ha intrapresa la pubblicazione della carta geologica del paese».

4. «Cioè della carta geografica....» volle correggere il Battista.

  1. Le dioriti sono rocce composte di feldspato e d’amfibolo sviluppatissime e ricche di belle varietà alla base del Sobretta.