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6 | sugli accènti tònici |
— L’unitá della lingua è o non è uno dei coefficiènti dell’unitá d’una nazione? —
— Cèrto lo è; anzi, tra i molti, uno dei prìmi.
Una d’arme, di lingua, d’altare, |
— Ditemi ora di grazia se tra i costitutivi dell’unitá della lingua non ci dève èssere anche l’unitá della pronúnzia?
— Pare di sí. —
— Dite sí adirittura; e státemi ad udire.
Perché mai l’unitá della lingua ha tanta importanza nell’effettiva costituzione di un pòpolo a nazione? Perché condizione prima per costituirsi, pòi per mantenersi nazione, pòi ancora per isvòlgersi, per progredire, per diventare una grande nazione, è quella sèmpre che gl’indivìdui costituènti s’intèndano; e s’intèndano bène fra loro; possano cioè comunicarsi a vicènda le pròprie idèe, tanto che non si arrisichi di rinnovare, e sarèbbe pur tròppo per la millèsima vòlta, la stòria della famosa Torre.
Dalla necessitá che i singoli pòssano comunicarsi, scrivèndo parlando, le singole idèe, se vògliono intèndersi, deriva la necessitá di un único sistèma di segni per esprímerle. Prima base dell’unitá della lingua è quindi l’unitá del lèssico, ossia l’unitá delle singole paròle o segni esprimènti le singole idèe: questo s’intènde. Ma siccome in concrèto lingua viva non esiste se non è scritta e parlata, ne viène di conseguènza che unitá di lingua non s’ottiène, se le singole paròle non sono da tutti nell’eguál mòdo scritte e pronunziate. Non c’è dunque unitá di lingua scritta, senza unitá d’ortografia; né unitá di lingua parlata, senza unitá di pronúnzia. Noi non ci occupiamo ora che di quest’última.
Nella lingua parlata il suòno è tutto; poiché non è che un suòno la paròla, sia che trasmetta un’idèa ad un solo uòmo, sia che nello stesso momento lo comunichi ad un’adunanza di migliaja di persone. In prática dunque l’unitá della pronúnzia finisce ad èssere della stessa importanza, per l’unitá d’una lingua, e quindi di una nazione, che l’unitá del lèssico.