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pensato che il loro odore avrebbe dato noia alla bimba; allora li portai via e socchiusi la finestra. Spero troverete che sta bene.

Osservai il viso del mio amico, aveva orribilmente impallidito. Si contenne, però.

— Sta bene, signora, andiamo a vedere.

E afferrandomi il braccio mi trascinò nella stanza di Lucy.

Sollevai la tenda mentr’egli si accostava al letto.

— Me l’aspettavo — mormorò.

Stavolta la povera piccina mi parve in condizioni disperate.

Egli chiuse a chiave la porta e preparò gli strumenti per l’operazione. Tesi il mio braccio.

Un’ora dopo, egli supplicava la signora Westenra di non togliere i fiori dalla stanza di sua figlia. — Fanno parte — disse — della cura e sono necessari alla guarigione.

Che cosa significa? Comincio a chiedermi se, vivendo tutto il giorno con i pazzi, non divento anch’io per caso un po’ tocco.


Giornale di Lucy.


17 settembre, notte.

Muoio di debolezza ma faccio uno sforzo per scrivere queste ultime righe. Mi sono coricata come al solito, dopo essermi accertata che i fiori fossero al posto come il dottore desidera. Mi sono addormentata subito.

Fui svegliata nel mezzo della notte da un bussare ai vetri; questo bussare s’è ripetuto ogni notte dopo quella in cui Mina mi trovò nel cimi-