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dracula 77


Ha passato una notte pacifica, ma fin dall’alba ha ricominciato ad agitarsi mettendosi in uno stato di furore tale che una specie di coma ne conseguì.

. . . Ecco tre notti che lo stesso fenomeno si riproduce: violenza pazzesca per tutto il giorno, poi calma perfetta dal sorger della luna al sorger del sole. Non ne capisco nulla. Obbedisce a un’influenza astrale?

Voglio tendergli un tranello. Stassera, gli verrà lasciata la possibilità d’evadere; se ne approfitta, i miei uomini lo seguiranno; sapremo così ciò che medita.

23 agosto.

Renfield ha preferito non evadere dalla finestra lasciata aperta a bella posta; ma quando il guardiano andò come ogni sera a visitare la sua cella, gli diè uno spintone e infilò il corridoio. Subito avvertito, ho radunato alcuni guardiani e l’abbiamo inseguito. Come l’altra volta, l’abbiamo raggiunto nel maniero deserto; s’appoggiava alla porta della vecchia cappella. Vedendomi, entrò in furore, e se i guardiani non l’avessero afferrato m’avrebbe fatto un brutto scherzo. A un tratto alzò la testa calmandosi istantaneamente. Seguii il suo sguardo e non vidi nulla di strano, tranne un grande pipistrello che fuggiva verso l’ovest.

— Non val la pena di tenermi, mi ha detto, acconsento a seguirvi.

Infatti, siamo rientrati senza incidenti; ma la sua calma m’inquieta più del suo furore.