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suo scopo. Sul taccuino ha accuratamente annotato il computo delle vite da lui sacrificate.

19 agosto.

Cambiamento repentino nella condotta di Renfield. Iersera verso le otto, si agitò e si mise a fiutar l’aria come un cane che riconosca il passo del padrone. Il guardiano lo interrogò ed il mio malato, così cortese verso quell’uomo, gli rispose brutalmente:

— Non voglio parlare con voi: non esistete per me: io aspetto il Maestro.

Il guardiano lo crede colpito da una nuova forma di mania religiosa.

In tal caso, faremo raddoppiare la sorveglianza; nulla di più pericoloso della mania omicida unita alla mania religiosa. Alle nove, gli feci una visitina. Mi accolse con lo stesso sprezzo testimoniato al guardiano. S’immagina d’essere onnipotente? Fra breve si crederà Dio stesso. Allora, ho finto di non vederlo, benchè continuassi a tenerlo d’occhio. Sedette sulla sponda del letto, con lo sguardo vago. Per sapere se quella indifferenza fosse o no simulata gli parlai de’ suoi favoriti. Dapprima non rispose, poi esclamò con malumore:

— Me ne infischio come della mia prima pantofola!

— Come, feci io meravigliato, non vi piacciono più i ragni?

Al che egli rispose enigmaticamente:

— Le damigelle d’onore rallegrano gli occhi di