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52 | brahm stoker |
Ho come vicino un vecchio marinaio dalla faccia rugosa come una scorza d’albero. Dice d’aver cent’anni e afferma d’aver combattuto a Waterloo. Ho voluto interrogarlo sulla Dama Bianca e sulla leggenda la quale pretende che le campane si mettano a suonar di notte quando un battello si perde in mare, e sulla storia d’un suicidato la cui tomba sorge accanto a noi.
M’ha detto bruscamente:
— Non bisogna parlare di queste cose, miss.
Allo scoccar delle sei si è alzato, dicendo:
— La mia nipotina mi aspetta per il pranzo.
L’ho veduto scendere i gradini che dalla chiesa conducono alla città.
25 luglio.
Son salita al cimitero con Lucy. La mia amica indossava una veste di flanella bianca. Le son tornati i suoi bei colori. Tutti qui l’adorano. E tanto graziosa!
Mi ha parlato ancora di Arturo e del loro prossimo matrimonio, e questo mi ha un poco rattristata perchè già da un mese non ho notizie di Jonathan.
Son tornata sola al cimitero un po’ più tardi; sono inquieta. Non era arrivata nessuna lettera per me, all’ora della posta. Purchè non sia capitato niente a Jonathan! Le nove sono scoccate adesso. S’accendono delle luci nella piccola città. A destra la massa cupa della vecchia badia.
Dei montoni belano nei campi e gli zoccoli d’un asinello risuonano sulla strada, sotto a me.
Dov’è Jonathan? Pensa a me? Come vorrei che fosse qui!