Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/40

40 brahm stoker


Sì, tuttavia c’è un mezzo, ma oserò impiegarlo? Perchè non seguirei la via che fa lui ogni notte? Striscerò lungo il muro e m’introdurrò nella sua stanza, dalla sua finestra. Che cosa arrischio, dopo tutto? poichè la morte m’aspetta in ogni modo. Addio, Mina. Ti rivedrò?

Qualche ora dopo.

Grazie a Dio, eccomi di ritorno sano e salvo, nella mia stanza! Posso stendere la relazione, nel mio giornale, della straordinaria spedizione.

Senza indugiarmi a riflettere, sono scivolato fuori, dalla finestra della scala. Le enormi pietre da intaglio mi servirono da scaglioni; m’ero tolto le scarpe. Per fortuna, non patisco le vertigini.

Potei giungere alla finestra del Conte. La stanza è vuota. Ha un mobilio sommario e non sembra abitata poichè gli oggetti sono coperti di polvere. In un angolo, un grosso mucchio d’oro, monete d’ogni sorta, romane, inglesi, austriache, ungheresi, greche e turche, vecchie d’un secolo circa. Anche alcune pietre preziose. Nel fondo, una porta massiccia che alla spinta si aperse. Conduce, per mezzo d’un corridoio, ad una scala a chiocciola piuttosto ripida; sono sceso con prudenza per via dell’oscurità, bucata a malapena qua e là da alcuni pertugi praticati nel muro.

Gli ultimi gradini conducono ad un sotterraneo donde sale un odore insipido di terra rimossa di fresco. Pochi passi ancora e cado entro una cappella in rovina di cui s’è fatto un cimitero. La vôlta, in due punti, lascia scorgere il cielo. Riconosco i cofani portati dagli slovacchi: sono