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dracula 37


— Cadete dal sonno — mi disse — andate a riposare nella vostra stanza. Intanto io lavorerò.

Seguii il consiglio e, cosa strana, non appena disteso, m’addormentai d’un sonno profondo.

31 maggio.

Svegliandomi, ebbi l’idea di munirmi di carte e buste per approfittare della prima combinazione che mi si presentasse. Ma ahimè! ebbi un bel mettere a soqquadro la mia sacca da viaggio: tutte le mie carte erano scomparse: orari ferroviari, lettere di credito, tutto ciò che poteva essermi utile.

Apersi allora le valigie: l’abito da viaggio era scomparso, come il mio pastrano e il completo di ricambio.

17 giugno.

M’ero appena alzato quando udii nella corte uno schioccar di fruste e un rumor di zoccoli. Mi precipitai alla finestra e due grandi furgoni tirati ognuno da otto solidi cavalli e condotti da due slovacchi con grandi cappelli calcati sulla testa, cinture di cuoio e stivaloni alti. M’avventai alla porta per correr giù dalle scale e, approfittando del fatto che la porta d’entrata era spalancata, scivolar fuori ma... la mia porta è chiusa all’esterno.

Allora mi sono chinato alla finestra lanciando alte strida. Quei contadini m’han guardato con aria stupida. Il capo degli zingari si avvicinò a loro dicendo qualche cosa che li fece ridere. Si