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tente scuoteva la porta. Ci guardammo inquieti e ci precipitammo ad aprire.

Stavamo già pronti a brandire i nostri fiori d’aglio e le nostre rivoltelle, quando constatammo con gioia ch’erano Quincy Morris e Lord Godalming.

— Tutto va bene — disse Arturo: — abbiamo ritrovato le due case. Ci sono sei casse in ognuna: sono tutte santificate.

— Non c’è più che dà aspettare — disse Quincy. — Stavolta, se alle cinque non sarà giunto, faremo bene a ripartire perchè sarebbe imprudente lasciare sola la signora Harker dopo il tramonto.

— State tranquilli — disse Van Helsing; — non ci sarà tanto da aspettare, prendete le armi e pronti. Pssst!

Infatti una chiave veniva allora introdotta pianamente, con precauzione, nella porta d’entrata.

Ammiro come, nei momenti tragici, ognuno di noi riveli il suo carattere. In tutte le nostre antiche battute di caccia, Morris dirigeva il piano d’azione. Arturo ed io obbedivamo. Istintivamente egli riprese l’antica abitudine. Con un gesto, designò i nostri posti: Helsing, Harker ed io accanto all’uscio; Arturo e lui nascosti accanto alla finestra per tagliare la ritirata da quella parte al Conte.

I passi si avvicinavano prudenti e lenti. Temeva un agguato?

Di botto, con uno slancio brusco, piombò nella stanza prima che alcuno di noi potesse fare un gesto. La sua agilità aveva qualche cosa di felino. Harker si gettò con un balzo contro la porta di comunicazione.