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134 | brahm stoker |
bitavo che non avesse riacquistato l’uso della ragione e, obbedendo al mio impulso, gli risposi che non dubitavo del suo buon senso e fin dall’indomani mi sarei occupato della sua liberazione, deciso d’altronde, ad assicurarmi prima del suo reale stato di mente.
Il che non lo soddisfece, poichè riprese vivamente:
— Temo, dottor Seward, che voi non abbiate capito la mia preghiera: desidero andarmene subito, senza indugio: il tempo stringe.
Vedendomi poco convinto, si volse verso i miei amici, scrutandone il viso.
— Mi sarei dunque ingannato, sperando d’ottenere l’immediato ricupero della mia libertà? — chiese con segni di grande meraviglia.
— È impossibile — dissi io con dolcezza.
Stette in silenzio e finì col dire lentamente:
— Non reclamo un diritto ma imploro, supplico, non soltanto nell’interesse mio ma in quello di tutti. Non posso sgraziatamente dirvi le mie ragioni ma vi prego di credere che sono eccellenti e oneste. Se poteste leggere nel mio cuore, signore, approvereste il sentimento che mi anima; anzi, mi contereste fra i vostri migliori amici.
Quelle parole mi mostravano una nuova forma della sua pazzia. Lo lasciai parlare nella speranza che finisse col rivelare la incrinatura della sua ragione stravolta.
Van Helsing allora gli rivolse la parola come ad un individuo in pieno senno.
— Non potete dirci per quale ragione vorreste essere libero stassera? Se lo sapessimo, potremmo forse influenzare il dottor Seward.