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dracula | 125 |
graziosa signora Harker ci servì il thè. E, per la prima volta, la mia vecchia casa ha l’aria di un «home».
— Dottor Seward — m’ha chiesto la signora Harker — m’accordereste un favore? Vorrei vedere il vostro malato, Renfield. Quel che dite di lui nel vostro giornale m’interessa vivamente.
Non ho osato rifiutarglielo e l’ho condotta meco, precedendola nella cella di Renfield al quale annunciai una visitatrice.
— Perchè? — mi chiese.
— Perchè desidera vedere tutti i miei clienti.
— Sta bene. Fatela entrare. Ma aspettate un minuto che io faccia un po’ d’ordine.
Si accontentò di inghiottire le mosche e i ragni rinchiusi in una scatola; e non appena finita questa disgustosa operazione, disse allegramente.
— Entri pure!
Sedette sull’orlo del letto, a testa bassa, ma alzò gli occhi per vedere la visitatrice. Per un istante temetti non avesse intenzioni omcide e mi collocai ad alcuni passi da lui.
La signora Harker entrò nella stanza con graziosa disinvoltura. È un atteggiamento che in generale impone il rispetto ai pazzi. La calma li impressiona. Ella s’avanzò verso di lui con la mano tesa.
— Buongiorno, signor Renfield. Il dottor Seward mi ha parlato di voi.
Il pazzo non rispose subito, ma la squadrò intensamente.
— Voi non siete la fanciulla che il dottore voleva sposare — disse finalmente; — no, è impossibile, poiché quella è morta.
— Infatti — rispose la signora Harker sorri-