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sero la sua tomba e lo trovarono risuscitato. Si alzò e ricominciò a vivere.

— E che cosa volete dedurne? — chiesi interdetto.

— Credete, nevvero, che la piccola ferita dei fanciulli d’Hampstead abbia la stessa causa di quella di miss Lucy?

— Lo presumo.

— Errore! È assai più grave.

— Spiegatevi.

— Quei fanciulli — disse con aria d’inesprimibile orrore — furono morsicati da miss Lucy.

Per alcuni momenti la collera mi paralizzò. Veniva insultato il mio caro ricordo. Battei il pugno sul tavolo.

— Siete pazzo, Van Helsing!

Mi guardò compassionevolmente.

— Vorrei esserlo — rispose. — La follia sarebbe preferibile alla certezza che m’opprime. Ah! amico mio, non dubitate della mia amicizia. So d’essere crudele parlando così. La vostra pietà, la vostra ragione non possono accettare questa mostruosità. E tuttavia stasera stessa posso darvi la prova di quel che enuncio. Mi accompagnerete?

Mi vide trasalire e aggiunse:

— Non chiedo che di sbagliarmi. Andremo in primo luogo all’ospedale a vedere il bambino ferito. Il dottor Vincenzo che lo cura è uno de’ miei amici. Poi...

Si tolse di tasca una chiave:

— Passeremo la notte nel cimitero ove Lucy riposa; ecco la chiave della tomba.

Il mio cuore rallentò i suoi battiti; ma fu con voce ferma che dissi: