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qual’è Inazione in favore della quale non si posson trovare; cercando bene, delle «buone ragioni»?

Perciò Socrate aggiunse: se desiderate che la vostra saggezza venga apprezzata, dovete avere «un cuore puro». Qui incomincia il secondo periodo della liberazione del pensiero greco, il periodo della purezza, del cuore. Il primo finisce con i Sofisti, allorchè questi ebbero proclamato la potenza illimitata dell’intelletto. Ma il cuore rimase sempre schiavo del mondo: esso fu il suo servitore, agitato da passioni terrestri. Bisognò da allora coltivare questo cuore rozzo: fu l’epoca dell’educazione del cuore. Ma qual’è l’educazione che conviene al cuore? L’intelligenza è pervenuta a trastullarsi liberamente di tutto il contenuto dello spirito, di cui essa è una faccia; egual sorte minaccia il cuore: di fronte ad esso deve crollare tutto ciò che appartiene al mondo, di modo che, finalmente, per amor suo — cioè per la Felicità — per la felicità del cuore — si rinunzierà alla famiglia, alla comunità, alla patria, ecc.

Lesper ienza quotidiana insegna che la ragione può da lungo tempo aver rinunziato a una cosa, allorchè il cuore batte ancora per essa lungamente. Di modo che, benchè l’intelligenza sofistica si sia resa completamente padrona delle antiche forze onnipotenti, rimaneva ancora, affinchè non avessero più alcun potere sull’uomo, da espellerle dal cuore, ove esse regnavano ancora incontrastate.

Fu Socrate che dichiarò questa guerra; e la pace non fu conclusa che il giorno in cui scomparve il mondo antico.

Con Socrate incomincia lo studio del cuore; e tutto il suo contenuto passa sotto l’esame della critica.

Gli ultimi, i supremi sforzi degli Antichi riuscirono a espellere dal cuore tutto il suo contenuto, e a non farlo più battere per cosa alcuna.

Questa fu l’opera degli Scettici. Così fu conseguita quella purezza del cuore, come all’epoca dei Sofisti si ottenne la liberazione dell’intelletto. Il risultato della coltura sofistica fu che l’intelligenza non si lasciò più arrestare da cosa alcuna: quello della educazione scettica, che il cuore non si lasciò più