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E siccome ognuno vuol fare di se stesso il centro di ogni cosa, urta da ogni parte contro le medesime pretensioni insite in tutti gli altri; e da ciò risulta inevitabilmente il conflitto, la lotta per l’autonomia e la supremazia.
Vincere o essere vinto non v’è altra alternativa. Il vincitore sarà il padrone; il vinto lo schiava l’uno eserciterà la sovranità e i «diritti di signore»; l’altro adempirà, umile e timoroso, ai «doveri di suddito»
Gli, avversari, però, non abbandonano la lotta: ciascuno rimane in agguato, spiandosi vicendevolmente la reciproca debolezza; i figli quella dei genitori; i genitori quella dei figli (la paura, per esempio); — chi non colpisce è colpito.
Dall’infanzia noi riusciamo a liberarci cercando di penetrare in fondo alle cose, o «dietro le cose»; perciò ne ricerchiamo il loro punto debole (nel che i fanciulli sono, come si sa, guidati da un istinto che non li inganna); ci divertiamo a spezzare tutto quello che ci capita sotto mano, ed è nostro grande godimento poter frugare negli angoli più recanditi e spingere i nostri sguardi e tentar di esplorare tutto quello che ci si tiene nascosto; provando in questo modo su tutto le nostre forze. E quando finalmente siamo riusciti a scoprire il segreto di una cosa, ci sentiamo sicuri di noi stessi: così, per esempio, quando siamo convinti che lo scudiscio non può più nulla contro la nostra ostinatezza, non Io temiamo più: «noi abbiamo oltrepassata l’età della sferza».
La nostra volontà ostinata, la nostra audacia, si ergono, più potenti di esse, dietro le verghe!
Piano piano riusciamo a persuaderci della nostra superiorità su tutto quello che ci sembrava inquietante: dietro la forza temuta della sferza, dietro il viso accigliato di nostro padre, dietro a tutto, insomma, noi scopriamo la nostra Atarassia; — cioè più niente ci turba, più nulla ci incute timore; noi acquistiamo la percezione del nostro potere di esistere e di vincere; noi scopriamo che nulla può contraddirci» Ciò che ci inspirava timore e rispetto, lungi dall’intimidirci, ci incoraggia; di fronte al rigido comando dei superiori e dei genitori, più ostinata si drizza la nostra volontà, più artificiosa gioca la nostra astuzia. E mano mano che