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se vorrei andarmene subito se avessi la sicurezza di ritrovarla....

Si assorbì in questo pensiero, dimentico per un istante anche di Susanna che lo contemplava in silenzio, incapace di trovare una parola per il tumulto di sentimenti che le sollevava il cuore.

Riprese, Noris, dopo un istante:

— Voi mi avete detto poco fa che io sono invulnerabile. Ora lo conoscete il segreto della mia invulnerabilità: è la morte che non mi vuole. Forse, se io tenessi alla vita, essa mi avrebbe diggià ghermito. E conoscete anche il segreto della mia audacia: ho qualcuno che m’aspetta, di là: qualcuno che ritroverò morendo, forse, oppure che donne per sempre inghiottito dal silenzio eterno. Qualunque sia la spiegazione del mistero, le nostre sorti sarebbero accomunate se io morissi. Vedete che non occorre essere crei per affrontare la morte con questa prospettiva.

Ogni parola che Noris pronunziava portava un colpo di piccone al sogno sbocciato nel cuore di Susanna contro la sua volontà e contro la sua stessa consapevolezza: ogni sua nuova frase allontanava vieppiù da lei l’inutilmente amato e tuttavia, man mano che Noris andava scoprendo il mistero dell’anima sua, Susanna sentiva aumentare il fascino che l’aveva conquistata a suo malgrado.

Noris credeva di spargere un balsamo sulla sua ferita e non faceva invece che perfezionare la sua opera di involontaria conquista.

Ora, Susanna vedeva in lui non più soltanto il dominatore ma l’amante — l’amante ideale che ogni donna sogna noi primo mattino di sua vita, devoto e fedele all’amore come a una religione, saldo nel suo sentimento, capace d’ira palpito immortale.

— La donna che è morta per voi è stata avventurata, — ella disse.

Egli scosse il capo.

— Assai sventurata, vorrete dire.

— No. Ella ha avuto tutto quello che si può avere nella vita.