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— Era capacissimo di farlo.
— Che strano uomo! sento ancora più vivo il desiderio di conoscerlo.
— Un desiderio che potrete soddisfare facilmente se stasera verrete da noi.
— Ci sarà anche Noris?
— Sì.
— Voi dite? — interrogò Susanna sorpresa da quella notizia che le tornava nuova.
Kindler confermò.
— Sì, cara. Vostro padre lo ha pregato d’assistere alla cerimonia di stasera e Noris ha accettato.
La spiegazione era stata data mentre Susanna scendeva la scalinata della tribuna, preceduta dalla Marlitt e precedendo a sua volta Kindler, cosicchè nessuno s’accorse dei pallore improvviso ch’erasi diffuso sul viso della fanciulla.
Ella non fece osservazione alcuna, ma salutate le amiche e salita in vettura colla madre, la sorella e il fidanzato, mentre l’auto correva verso la villa, si isolò da tutti chinando le palpebre sui suoi grandi occhi verdi per assorbirsi nella ricerca delle ragioni che da qualche ora avevano portato lo scompiglio nel suo magnifico equilibrio morale.
Perchè la commuoveva tanto l’idea di rivedere Noris nella sua casa, di parlargli, di ascoltarlo, di vederlo assistere alla cerimonia del suo fidanzamento? Che cosa aveva fatto o detto quell’uomo che il giorno innanzi ella aveva accolto e giudicato con disdegno, per portare tanto turbamento nel suo spirito?
Nulla.
Egli l’aveva forse veduta ma non l’aveva nemmeno guardata ed ella non aveva neppure udito il suono della sua voce.
E allora?
Ecco: ella lo aveva veduto volare e l’entusiasmo della folla pel dominatore aveva conquistato e trascinato lei pure. Era tutto il gran valore che ella dava alla forza, all’audacia, all’energia, alla volontà imperiosa di affermazione