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e pronto un’altra volta per le prove audaci. Ella potè servirsene. Quotidianamente faceva la sua passeggiata aerea spingendosi in alto in alto e lontano dove appena più la potevano scorgere Tripoletta e i meccanici e gli amici che spessissimo venivano a trovarla a Cassano, dove s’inebriava di solitudine, d’azzurro e di pericolo, illudendosi di sentirsi tanto superiore anche al suo tormento, tanto lontana da ogni pericolo, tanto al disopra di tutte le miserie e le malinconie umane e non accorgendosi che anche lo spazio le era caro perchè Noris lo aveva riempito tutto colla sua presenza invisibile, perchè lo aveva conquistato per sè e per lei, perchè da lui ella aveva imparato ad affrontarlo e perchè lassù, ella aveva volato con lui....

Lorenzo Rolla, che approfittava dell’assenza di Ettore Noris che lasciava senza controllo la sua condotta per porre la sua candidatura presso la fanciulla, veniva ogni giorno a Cassano e invitava Minerva a volare con lui, sul suo biplano. Inutilmente. Per il momento, Minerva Fabbri era innamorata della solitudine.

Se ne erano accorti anche Paolo Adelio e Cino Coralli che avevano ripreso presso la bella amica il rispettivo posto di corteggiatore senza intenzione e con intenzione.

Cino Coralli, passato qualche giorno dall’arrivo della Fabbri, s’era sentito riprendere dal fascino antico e per stare il più possibile accanto alla bellissima irraggiungibile, era venuto a stabilirsi a Cassano. Paolo Adelio che i confini del suo sentimento manteneva sempre al di sopra dell’amore, si accontentava di venire da Genova quasi ogni giorno nelle prime ore del pomeriggio o di ripartire regolarmente alla sera. Ma l’uno e l’altro Minerva aveva sempre al fianco con un’assiduità che non la lusingava nemmeno e che si risolveva soltanto in una impossibilità di realizzare il suo desiderio di solitudine.

La trovavano cambiata gli amici: più silen-

STENO. La veste d'amianto. 17