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dramma completo perchè c’è anche una vittima.

— Una cosa tanto strana e tanto triste, — disse Noris come parlasse fra sè.

Non aveva mai confidato a nessuno la storia ingenua e sublime della passione che aveva condotto Susanna alla tomba. Perchè provò, quella sera, il bisogno di narrarla a Minerva Fabbri quasi che fra tutti ella fosse la sola creatura degna di ricevere la confidenza sacra?

Forse per un segreto bisogno di vendicarsi, di umiliarla, di abbassarla mostrandole quali sublimi creature esistessero al mondo e come sapesse soffrire e morire l’amore semplice e vero.

Narrò. Tutto disse: dal suo primo incontro con Susanna alla sua agonia e alla sua morte. Solo il nome della innocente amante tacque per uno scrupolo quasi religioso.

— Questa, storia — disse Minerva quand’egli ebbe finito — è assai più commovente della prima che ha costituito il dramma della vostra vita.

Trovo infinitamente più interessante questa piccola ignota che non la vostra piccola, unica amante. Questa vi ha veramente amato e senza speranza e senza egoismo, di quell’amore grande e sublime degno di venir cantato dai poeti. Questa, questa è stata la fiamma della vostra vita! E non è riuscita, dite, ad accendere il vostro cuore.

Noris tacque.

Minerva proseguì:

— Adesso, accanto a questa cara figura, l’altra, colei per la quale voi dite di non poter più amare, per la quale sostenete che non amerete mai più, mi fa l’effetto d’un piccolo idolo crudele e implacabile.

— Perchè?

— Perchè è a lei che voi avete immolato, proprio come una vittima sull’ara, l’altra, la dolcissima morta.

— Non lo dite, lo non ho fatto nulla per provocare l’amore della poveretta.

— Lo so, lo credo. Vi conosco; voi non fate mai