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il viaggio, nella migliore delle ipotesi, durerà almeno ventitrè ore ininterrotte.

— Davvero occorrerà un prodigio perchè un uomo possa resistere a una tensione così prolungata, — osservò la fanciulla.

Ma nei suoi occhi non si spegneva la fiamma dell’esaltazione perchè ella era sicura che Noris lo avrebbe compiuto quel prodigio.

Domandò:

— E se l’energia venisse a mancare?

— Non è possibile, — fece Dauro sorridendo.

— Il nostro serbatoio di energia è la stessa atmosfera.

— E cioè?

L’ingegnere s’accorse a un tratto di essersi lasciato trasportare troppo lontano. Non aveva egli tradito il segreto così gelosamente custodito da Noris?

— Sono stato imprudente, — disse, — ma ormai! Eppoi, sono sicuro che serberete il segreto con scrupolo, nevvero?

— Spero che non ne dubiterete, — osservò la Fabbri.

Adesso, il desiderio di sapere si faceva vivissimo in lei, non per una vana curiosità, ma per il bisogno di conoscere e di ammirare.

Le parole del giovane ingegnere le aprivano una visione nuova dove le pareva di potersi dirigere con sicurezza.

— Ho capito, — disse a un tratto, — il vostro nuovo apparecchio sarà mosso dalle onde herziane.

Dauro sorrise.

— Non precisamente, — rispose. — Questa era stata infatti la prima idea balenata a Noris quando, decisa la traversata, comprese la necessità di dover sostituire al motore solito un motore azionato da un’energia che non fosse, come quella della benzina, esauribile. All’esame pratico abbiamo dovuto rinunciare alle onde herziane.

— Perchè?

— Perchè voi sapete come facilissimamente co-