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morte tragica doveva venire affrontata con piena coscienza e con determinata volontà.

Ecco: un’altra lettera di donna, ma quanto diversa dalla prima! Una ignota lo supplicava, qui, perchè egli volesse distogliere il suo amante dal proposito di farsi aviatore.

— Interessante. Una creatura che ama davvero, — pensò Noris.

Rilesse la lettera più attentamente sentendo ripercuotersi nel più accelerato palpito del suo cuore l’onda di passione che traspariva dalla breve supplica concitata. E rammentò. Un piccolo giornalista il cui nome rispondeva al nome scritto nella lettera gli aveva infatti rivolto la preghiera di poter volare con lui. Egli aveva lasciato senza risposta quella preghiera. Si propose di scrivere al giornalista e di invitarlo per poterlo persuadere a desistere dal proposito folle.

La piccola amante gli sarebbe stata grata. Ecco, il proposito di quella buona azione riusciva a dissipare in parte il tedio della sua anima. Era contento di poter giovare a qualcuno, contento anche d’aver scoperto una creatura d’amore. Una vera amante era questa ignota lontana, che adesso tratteneva il suo pensiero e che risuscitava nel suo pensiero, viva come sempre era viva nel suo cuore, l’immagine di Eva, la piccola perduto.

Un’amante era questa, come Eva.

Gli parve, per un istante, che le due figure si fondessero, che l’ignoto prendesse il viso della morto e questa la voce della sconosciuta, lontana per vincere nel duello nuovo fra l’amore e la gloria tragica.

Sì, egli avrebbe ascoltato la voce ignota che sembrava supplicarlo per le suggellate labbra di Eva e la piccola appassionata amante avrebbe salvato i diritti del suo cuore.

Così avesse egli saputo ascoltare un giorno le suppliche della diletto perduta!

Lasciò vagare un istante la fantasia a immaginare quello che sarebbe stata la sua vita se